ebook di Fulvio Romano

domenica 20 settembre 2015

Così le Province (in primis quella di Cuneo) “abolite” assumono e aumentano le tasse (RCA auto al 16%)!

Così le Province (quasi) abolite assumono e aumentano le tasse

Nonostante la riforma sono rimaste in piedi anche le società partecipate. Di fronte ai minori trasferimenti pubblici hanno aumentato l’imposta sulla Rc auto

L’ augurio di buone vacanze estive è stato recapitato agli automobilisti dalla fu Provincia di Firenze all’insorgere delle canicole di luglio. È stato allora che quella oggi ribattezzata Città metropolitana e presieduta dal renzianissimo sindaco fiorentino Dario Nardella ha aumentato l’imposta provinciale sulla Rc auto dal 10,5 al 16 per cento: il massimo consentito per legge. 
L’unica leva fiscale di cui dispongono
Diciamo subito che è stato l’ultimo, ma certo non l’unico a farlo. Anzi, non è stato neppure l’ultimo, perché il giorno dopo anche la Provincia di Pistoia ha portato prontamente la tassa sull’assicurazione delle auto al 16 per cento. A gennaio l’avevano fatto la Province di Cuneo e di Reggio Calabria. A febbraio quella di Vicenza. A marzo quella di Cagliari. E prima ancora quasi tutte le altre. Dal 2011, quando si è cominciato a parlare seriamente di mettere mano alle Province e i governi di turno iniziavano a tagliare i trasferimenti, quegli enti hanno pensato bene di usare pesantemente l’unica leva fiscale di cui dispongono, scaricando i tagli su chi possiede un mezzo di locomozione. Il risultato è che oggi la tassa provinciale sulla Rc auto è al 16 per cento dappertutto con le sole eccezioni di Treviso (15), l’Aquila (15,5) e Aosta (9).
Non è propriamente uno scherzo, considerando che il gettito complessivo è di oltre due miliardi e mezzo. Ogni punto percentuale di aumento della tassa provinciale equivale dunque a più di 150 milioni che gravano su automobilisti e motociclisti .
Il presidente della città metropolitana di Firenze ha aumentato anche il prelievo sul passaggio di proprietà dei veicoli dal 6 al 9 per cento e l’addizionale sui rifiuti dal 3 al 5 per cento: giustificando le dolorose misure con l’esigenza di compensare i minori trasferimenti pubblici . 
Il caso delle società partecipate
Non sappiamo se queste mosse fossero inevitabili. Ma i dubbi che la riforma delle Province sia procedendo come era stato promesso, quelli lo sono davvero. E le perplessità aumentano ancora di fronte ad altri aspetti francamente curiosi. Le società partecipate delle Province, per esempio, sono ancora quasi tutte lì, vive e vegete. Qualche caso?
Viva e vegeta Florence multimedia, società che cura l’ufficio stampa della fu provincia e ne gestisce il portale (ma serve addirittura una società di capitali per queste attività?).
Viva e vegeta la napoletana Ar.Me.Na., nata nel 2007 con il centrosinistra per rastrellare i denari di Bruxelles, che ora a quanto pare ha un nuovo scopo sociale: la sopravvivenza. Una società creata per raccogliere i fondi europei diventa così una ditta di manutenzione in house per gli immobili della Provincia di Napoli, con il compito, fra l’altro, di provvedere alle esigenze del «bosco inferiore della Reggia di Portici». Dalle pratiche comunitarie alla cura delle querce. Numero di addetti: 329 .
Viva e vegeta la Proservice, società della Provincia di Cagliari incaricata anch’essa della manutenzione degli edifici provinciali, dei servizi di portierato, della disinfestazione nonché della manutenzione di alcune strade e del parco di Monte Claro: 169 addetti.
Viva e vegeta Capitale Lavoro, società istituita nel 2002 dalla Provincia di Roma allora governata dal centrodestra che si occupa di formazione professionale e servizi per l’impiego. Sono funzioni che dopo la riforma non dovrebbero spettare più alle Province, ma tant’è. Considerata un feudo della sinistra a sinistra del Pd, Capitale Lavoro ha provveduto qualche mese fa a inglobare il personale di un ente provinciale sciolto, l’Agenzia colline romane, e a stabilizzare 23 precari: fra cui anche un dirigente. I dipendenti sono così saliti dai 307 di fine 2013 a circa 350. Più un esercito di collaboratori, più dieci fra consiglieri di amministrazione e revisori dei conti.
Viva e vegeta pure l’Azienda bergamasca formazione con i suoi 337 dipendenti.
Viva e vegeta l’Agenzia per i servizi formativi e per il Lavoro controllata al 100 per cento dalla Provincia di Latina. Che alla fine del 2014 ha provveduto ad assumere 8 dipendenti a tempo indeterminato fra cui, ha rivelato Latinaquotidiano.it, anche il sindaco di un piccolo paese del circondario. Il direttore generale della società ha spiegato che non si poteva fare altrimenti: l’agenzia soffre maledettamente di mancanza di personale.
Viva e vegeta Rinascita e Sviluppo, società costituita nel 1999 per il patto territoriale della Provincia di Macerata.
Viva e vegeta Parma turismi, azienda di promozione turistica controllata al 56 per cento dalla Provincia di Parma: dieci soci e sette addetti.
Viva e vegeta anche la Tonnara Su Pranu di Porto Scuso, di cui la Provincia di Cagliari è il principale azionista, con 57 mila euro di fatturato e 170 mila di perdite. Nonché un contenzioso con il Fisco da due milioni che pende ormai da quindici anni. 
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