ebook di Fulvio Romano

domenica 27 settembre 2015

Aria, il bene più prezioso: ora tutti si preoccupano del suo stato di salute

LA STAMPA

Italia


Dal Dieselgate all’accordo sul clima Usa-Cina, l’inquinamento è il tema numero uno 

Ecco le verità della scienza e le prospettive politiche ed economiche per salvare la Terra

L’aria che ci entra nei polmoni e nella quale ci muoviamo, l’aria di Primo Levi nell’incipit del «Sistema periodico» (fatta di alcuni gas con «curiosi nomi greci di derivazione dotta»), l’aria su cui in questi giorni ci si interrog2 2a - sull’onda del Dieselgate - è forse l’unica e ultima cosa gratis che abbiamo, ma è spesso inquinata. «Necessario come l’aria che respiriamo», si dice, ma di cosa parliamo, quando parliamo di «aria»? Con Giampiero Maracchi, professore emerito di Climatologia presso l’Università di Firenze, ci siamo posti una serie di domande «basiche» per capire meglio il suo stato di salute: è malata? E quanto?Cos’è l’aria? E’ un insieme di gas, in cui prevalgono azoto (circa 80%) e ossigeno (circa 20%), con percentuali di vapore acqueo e varie quantità di anidride carbonica, idrogeno e gas nobili. È nella cosiddetta atmosfera, meglio dire troposfera, lo strato sottile di «aria» che circonda la Terra per una dozzina di km (una massa immensa, approssimativamente 5,14x1015 tonnellate, ma solo un milionesimo della massa terrestre). È il velo che avvolge il pianeta come una pelle di cipolla, nel quale avvengono i fenomeni meteorologici. L’atmosfera è cambiata? La composizione dei suoi gas ha registrato drammatici cambiamenti nell’ultimo secolo e mezzo, da quando è iniziata la Rivoluzione industriale. Da metà Ottocento è aumentata l’anidride carbonica: da 290 parti per milione a 400 parti per milione. Il 30% in più, all’incirca, variazione enorme. La più alta concentrazione di CO2 si registrò nel Vulcanesimo: 400-500 parti per milione, milioni di anni fa. Cosa respiriamo oggi? Un adulto in condizioni di riposo respira dai 6 ai 9 litri di aria al minuto; durante un’attività fisica moderata ne respira 60 litri al minuto, con attività fisica intensa 130. L’aria inalata è composta per il 20% da ossigeno, quella esalata ne ha solo il 15%; quindi circa un quarto dell’ossigeno viene consumato a ogni respiro. E’ aria pulita o «mal’aria»? Occorre distinguere ciò che nuoce all’uomo e ciò che nuoce agli altri viventi. L’anidride carbonica è utile alle piante. Quella nell’atmosfera danneggia l’uomo, perché agisce come i vetri di una serra: trattiene energia, calore, riscalda il Pianeta. Ogni grado in più ha effetti sconvolgenti sugli oceani e gli ecosistemi. Poi c’è l’aria che respiriamo in città, contiene i gas di combustione di auto e centrali di riscaldamento e particelle solide microscopiche dell’usura dei penumatici: i famigerati Pm10. Cosa sono? Le polveri sottili (Pm10 perché hanno un diametro inferiore ai 10 micron) sono una miscela di particelle solide e liquide: possono rimanere sospese nell’aria a lungo, essere inalate e arrivare nei polmoni. Il Pm10 è formato da metalli (Piombo, Cadmio, Zinco, Nichel, Rame), solfati, nitrati, sabbie, ceneri, fibre di amianto, polveri di cemento e carbone. Le microparticelle (come l’ozono) hanno effetti più negativi per l’uomo che per il Pianeta. L’atmosfera può rigenerarsi da sola? In qualche misura sì: un inverno molto piovoso può abbattere le polveri sottili, inverni di bassa pressione e aria stagnante le concentrano. Senza contare che in natura esistono inquinanti, come le microparticelle del vento di sabbia o le emissioni dal sottosuolo o il metano dalla digestione dei ruminanti (non tanto dall’intestino ma dalla bocca): circa 20 litri per animale al giorno. Ruminanti vuol dire vacche e vitelli: mangiare meno bistecche aiuta il Pianeta. Quindi è un problema politico e individuale? Sì, oltre al determinante intervento di politici, industriali e amministratori (nel ridare all’agricoltura un ruolo primario, nel gestire meglio le infrastrutture), ognuno di noi può fare qualcosa. Le scelte individuali influenzano il mercato: mangiare uva o fragole a dicembre che arrivano da oltreoceano significa trasporti inutili ed emissioni enormi. Se usassimo fibre tessili come lino, cotone o canapa, anziché composti del petrolio, faremmo un bel passo avanti. L’aria del Pianeta può tornare salubre? Sì, ma il discorso va affrontato più in generale: dopo 150 anni di emissioni dovute a un modello economico obsoleto, che ha prodotto grandi benefici in alcuni Paesi ma che ora si rivela a livello mondiale catastrofico, va rivisto il modo di produrre, partendo dall’agricoltura, che deve diventare «compatibile». L’umanità ha bisogno di energia, ma dev’essere pulita e non basata sulle energie fossili. Le tecnologie rinnovabili esistono, occorre cambiare modello economico. E si tornerà a respirare meglio.

carlo grande


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