ebook di Fulvio Romano

sabato 19 settembre 2015

La Fed deprime le Borse mondiali Aumentano le paure sulla Cina

LA STAMPA

Economia


Il mancato aumento dei tassi spinge l’incertezza dei mercati

Francoforte e Milano le piazze peggiori. Critiche alla Yellen

La Yellen in versione «colomba», che non tocca i tassi e rilancia i timori sulla crescita cinese, deprime le Borse. I mercati europei partono in rosso, e le vendite accelerano dopo l’apertura in ribasso di Wall Street, che poi chiude la seduta con l’indice Dow Jones in calo dell’1,75%, mentre il Nasdaq perde l’1,36 per cento. 

Soffre Piazza Affari 

Nel Vecchio Continente la peggiore è Francoforte: la piazza tedesca lascia sul terreno il 3,06%. Soffre Milano, che scivola del 2,65% con i titoli bancari sotto pressione. Giù anche Parigi, che arretra del 2,56%, Amsterdam il 2,36%, Madrid il 2,32% e Londra l’1,34 per cento. L’indice Stoxx 600, che contiene i titoli principali dei listini del Vecchio Continente,perde ’1,84% e brucia l’equivalente di 140 miliardi di euro di capitalizzazione. Sul fronte dei cambi, l’euro continua a rafforzarsi sul dollaro e arriva fino a quota 1,1460 per ripiegare a 1,1346. E prosegue la corsa dell’oro, ai massimi da due settimane a 1.136,6 dollari l’oncia, mentre il petrolio frana a 44,68 dollari al barile. Lo spread tra Btp decennali e gli omologhi tedeschi, infine, ripiega a 110 punti.

I timori sugli Emergenti

Più della mancata mossa della banca centrale statunitense sui tassi, spiegano dalle sale operative, sull’umore dei trader ha pesato l’allarme per la Cina e i Paesi emergenti. E sono proprio i cosiddetti «Brics», da Pechino in giù, ad applaudire l’ennesimo rinvio di un rialzo del costo del denaro negli Stati Uniti. Un ritocco, seppur minimo, potrebbe peggiorare la loro situazione, come più volte hanno avvertito Fondo monetario internazionale e Banca mondiale.

Aumentano i dubbi

«La Federal reserve si trova nella stessa situazione di molti investitori- dice Christopher Probyn, capo economista di State Street Global Advisors -. Entrambi sono in attesa di capire quanto sia grave il rallentamento della Cina e se, nel 2016, avrà il potenziale per spingere l’economia globale verso la recessione». Sostanzialmente la stessa posizione di Goldman Sachs: «La Fed non ha cancellato le incertezze, anzi ne ha sottolineate di nuove», spiega l’analista delle banca d’affari Francesco Garzelli. 

Le mosse della Bce

Gli osservatori, a questo punto, hanno gli occhi puntati verso la Banca centrale europea. «È possibile che il rallentamento cinese sia anche peggiore di quanto si teme e, in questo caso, è probabile che un secondo piano di stimolo della Bce arrivi prima di un giro di vite da parte della Fed», ragiona Michael Michaelides di Royal Bank of Scotland. Un’apertura, ieri, è arrivata da Benoit Coeure, membro del direttorio di Francoforte: il banchiere ha spiegato che la Bce ha flessibilità per ampliare il maxi-piano di acquisti di titoli anche oltre il 2016. «Vogliamo proteggere Eurolandia dagli choc finanziari esterni», ha detto. E ha spiegato che la ripresa «non è minacciata dalla volatilità del mercato», però le prospettive di crescita dell’economia mondiale sono «chiaramente più deboli».

giuseppe bottero


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