Cultura
Architettura
della
democrazia
Tenere a Harvard una Norton Lecture fu, per molti decenni, un riconoscimento più ambito di qualsiasi premio di architettura, anche di un non ancora esistente Pritzker. Ma perché la parola ha sempre avuto tanta importanza per una professione che sino alla fine del ’700 apparteneva alle arti pratiche?
Wright - certamente più noto per le sue architetture, dalle Prairie Houses alla casa Kaufmann (più nota come Casa sulla cascata) al Guggenheim, o per progetti ai suoi tempi utopici (il più noto è Broadrake City) - ha con la scrittura e con il dialogo un rapporto esemplare per la storia dell’architettura del ’900. Il grande architetto americano pratica molti generi letterari. Il suo testo più famoso, Una autobiografia (1932), ha prodotto, come le sue architetture, molti tentativi di copiarlo: forse la più famosa e influente è stata l’Autobiografia scientifica di Aldo Rossi. Ma Wright pratica il saggio, la conferenza, l’articolo, il pamphlet. Di questa ricca produzione ben due testi, An Organic Architecture: the Architecture of Democracy del 1939 e When Democracy Builts del 1945, toccano il nodo del rapporto tra architettura e forme di governo.
Nato in un paesino del Wisconsin nel 1867, Wright fa dell’architettura la testimonianza - in positivo o in negativo - dell’organizzazione sociale in cui viene realizzata: facendo così davvero della testimonianza quel valore che la sua formazione politica e culturale quasi esigeva. Il suo vocabolario politico si forma attraverso Waldo Emerson, Walt Whitman, John Dewey, ma soprattutto a contatto con concezioni e pratiche anti-identitarie della comunità. Il dialogo è per lui l’altra faccia di questa idea: e il dialogo con gli studenti - da questo genere letterario arrivano quasi tutti i testi dell’antologia pubblicata da Medusa - è fondativo di questa concezione aperta e libertaria della comunità.
In una società che conosceva gated communities ben prima della loro fortuna nella California degli Anni 90 del secolo scorso (una di queste «comunità chiuse», quella ben più antica degli Amish, è peraltro a pochi chilometri dalla Casa sulla cascata), questa pratica della democrazia del dialogo riporta direttamente a Dewey e a testi come Democrazia e educazione del 1919. È la stessa concezione comunitaria della vita che accompagnerà Wright in tutta la sua lunga vita e nella scelta di concepire negli Stati Uniti una città rimasta incompiuta, Broadacre City, che tenti di superare la dicotomia città/campagna.