Cuneo
Sperimentazione di cinque agricoltori. Ieri la prima mietitura
Sperimentazione di cinque agricoltori. Ieri la prima mietitura
Una coltura abbandonata 60 anni fa, quando anche l’ultimo degli artigiani tessitori in valle Grana si arrese al progresso della tecnologia, all’introduzione della chimica, di materiali sintetici per realizzare abiti e lenzuola. A riprendere l’antica coltivazione della canapa indiana (in un territorio dove fino alla seconda guerra mondiale non c’era famiglia che non destinasse un appezzamento a questa tipologia di pianta), cinque agricoltori di Valgrana e Monterosso Grana, che ieri si sono ritrovati per la prima, «storica» mietitura, in frazione Bottonasco.
«Una sperimentazione iniziata a maggio - dice Mara Otta, titolare della Società operaia di Valgrana, che ha condiviso il lavoro con il padre Livio -, seminando la canapa biologica di varietà Futura 75. È cresciuta molto bene fino a superare i tre metri d’altezza, senza problemi di coltivazione. Abbiamo instaurato una collaborazione con l’Assocanapa di Carmagnola per la vendita dei semi, dai quali si ricaveranno olio e farina».
La mietitrebbia del caragliese Ilario Bianco ha trinciato, da pomeriggio a sera, un ettaro di piantagione con una «resa» da 8 a 10 quintali, che saranno venduti al prezzo di 180 euro ciascuno. Sul campo sono rimasti gli steli, dai quali si ricavano fibra e canapulo per edilizia e usi industriali. Interessato all’acquisto il valgranese Luciano Riberi, titolare di un’azienda che trasforma la canapa in mattoni.
«Lo stelo ha una resistenza paragonabile all’acciaio - dice -. Miscelato alla calce , crea un materiale con cui realizziamo mattoni speciali, utilizzati come isolanti, sia termico sia acustico, per interventi di risparmio energetico. La prima impressione sul raccolto è buona, presto lo testeremo». Soddisfatta anche Alessia Piagentini, giovane coltivatrice diretta di Monterosso Grana: «Ho aderito perché nel nostro mestiere bisogna essere aggiornati, pronti a nuove sfide. Aspettiamo i risultati della resa, ma se andrà bene, aumenterò la coltivazione».
«Questa pianta ha un’incredibile resistenza e straordinarie possibilità di utilizzo - dice Ivo Arlotto, un altro degli agricoltori di Valgrana che hanno sposato il progetto -. Inoltre, ha dato pochissimo lavoro. La fase è sperimentale, vedremo i riscontri economici, ma le prospettive ci sono». A seguire la mietitura, oltre a decine di curiosi (un produttore è arrivato da Ceva), anche il sindaco Albino Arlotto: «Conservo ancora le vecchie lenzuola della nonna fatte con la canapa: tenevano al caldo, senza farti sudare. Per ora il progetto è dedicato alla vendita dei semi, ma in futuro si potrebbe passare alla produzione di tessuti, cosmetici e prodotti alimentari. Di questa pianta, come per il maiale, non si butta niente».
matteo borgetto