ebook di Fulvio Romano

mercoledì 15 agosto 2018

“Sono stati usati materiali pessimi per costruirlo”

LA STAMPA

Italia

settimo martinello

ingegnere

“Sono stati

usati materiali

pessimi 

per costruirlo”

1Settimo Martinello, direttore di 4 Emme, azienda specializzata in ispezioni, è uno dei massimi esperti italiani di questi colossi. Ispettore, che idea ha del Ponte Morandi? «È un’opera progettata magari bene ma di certo costruita molto male, con evidenti problemi di qualità dei materiali usati, avendo avuto bisogno di manutenzione fin dai primi anni». 2È l’unico?«Purtroppo no. In Italia sono una decina i ponti che crollano ogni anno. Ce ne sono decine di migliaia costruiti con la stessa tecnica e saranno un vero problema nei prossimi anni». 3La tecnica costruttiva di Morandi, pur dall’aspetto singolare, è tutt’ora usata. «È atipico ma ha in comune con tante altre strutture la precompressione. Il problema di questo tipo di infrastrutture è che i cavi da 10 centimetri di diametro non sono stati pensati per essere sostituiti. E dopo un certo periodo, tipicamente 50 anni, va fatto». 4L’acqua in queste strutture penetra nel calcestruzzo e inizia a corrodere l’anima in ferro. È possibile prevederlo? «La diagnostica non è semplicissima ed è molto costosa. Non si può dire che Autostrade non abbia i mezzi, a differenza di enti in difficoltà finanziarie come le Province, però anche con la strumentazione giusta individuare la corrosione non è semplice. E basta una lesione da un centimetro a un solo cavo per farlo cedere e farli saltare tutti». 5Cosa ci insegna questa tragedia? «Che tutto ha una vita utile, nulla è eterno. I cavi cedono e vanno sostituiti. E le opere vanno progettate per poterlo fare. Come succede a noi, tutto invecchia. In caso sia tecnicamente possibile cambiare i cavi, lo si deve fare. Altrimenti il ponte va sostituito. Ora contiamo i morti e Genova subirà danni miliardari all’economia. Un nuovo ponte, che ora occorre realizzare comunque, sarebbe costato molto, ma molto meno». BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

roberto sculli