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Era meglio Dio
Fa tutto un po’ spavento. Questa muta di cani sguinzagliata a cercare i colpevoli prima delle cause, i politici e noialtri giornalisti, tutti al servizio del lettore e dell’elettore, a saziare la smania di carne umana. I magistrati a ruota, subito dietro, a distribuire approssimative certezze del giorno. Non ci sono stati controlli, si è detto. E poi invece i controlli c’erano, e resta semmai da capire quanto adeguati. Si sono ignorati gli allarmi, si è allora aggiunto, e poi invece gli allarmi erano stati accolti senza ansia, poiché nessun allarme prediceva il disastro. E certo che ci sarà stato un errore umano, il ponte è stato costruito da uomini ed era ispezionato da uomini, ma persino un atto di superbia come la ricerca della verità richiederebbe qualcosa di meno forsennato della muta di cani che latra per il bosco, e porta a casa una verità ogni sei ore, acchiappata per la collottola come una volpe. E dovrebbe contemplare la possibilità che la verità non venga raggiunta mai, e non per trame delle forze oscure, ma semplicemente perché la verità qualche volta è fuori dalla nostra portata. Viviamo esistenze avvolte dall’inesplicabile: come ricordava qui ieri Gabriele Romagnoli, quando cinque persone morirono nel crollo del ponte di Saint Louis Rey (Perù, 1714) ci si interrogò su quali peccati portassero per meritarsi la punizione divina. Un tempo ci si rivolgeva a Dio e se ne indagavano le misteriose ragioni, non potendo incolparlo. Ora che Dio è svanito, si incolpano gli uomini - sempre e comunque e subito - per avere ragione del mistero. Da non credente, preferivo Dio.
Mattia Feltri