ebook di Fulvio Romano

mercoledì 15 agosto 2018

«Ho visto un fulmine illuminare l’area, un attimo dopo il cavalcavia era sparito»

LA STAMPA

Italia

un ex carpentiere della manutenzione

«Ho visto un fulmine illuminare l’area,

un attimo dopo il cavalcavia era sparito»

Il racconto è frammentato, come la dimensione del dramma impone. «Un bagliore azzurro. Ha illuminato tutta la campata. Poi ho sentito come un tuono, ho visto alzarsi una coltre di fumo e il cavalcavia improvvisamente non c’era più, non c’era più...». Giuseppe Cominotti è un ex carpentiere in pensione, che nella sua vita ha lavorato anche alle manutenzioni alla base del viadotto. Vive in via del Boschetto, in cima alla collina di Coronata. E le finestre di casa sua si affacciano proprio sulla Val Polcevera, su Ponte Morandi. Ora su quello che resta di quel gigante collassato.

«Non ci posso credere, non credo nemmeno ai miei occhi», rivela ancora sotto choc per l’accaduto guardando i due lembi del cavalcavia aggrappati al resto della struttura. «È successo tutto in pochi istanti. Ero vicino alla finestra perché pioveva forte, e dovevo uscire. All’improvviso ho visto un fulmine scaricarsi sotto il cavalcavia, dove c’era l’ex centrale dei treni». È un bagliore che illumina la collina di Coronata. 

«Subito dopo l’intera campata è stata avvolta dallo stesso bagliore azzurro intenso, come se fosse stato un gigantesco flash fotografico». 

Sono le 11 e 37 minuti di ieri mattina. Alcuni residenti di via Fillak hanno già chiamato i soccorsi, spaventati da rumori e vibrazioni. «Ho lavorato una vita come carpentiere - racconta ancora Cominotti, preso dai ricordi -. Ho costruito anche grossi fissanti utilizzati per quel ponte, negli anni addietro. Passando di lì ho visto ancora quei materiali, gli stessi usati una volta, e questo non poteva rendere eccellente la struttura. Poi quel fulmine ed è accaduto il peggio».

ale. pon.