ebook di Fulvio Romano

mercoledì 22 agosto 2018

Il Global Warming apre la rotta dell’Artico

LA STAMPA


Economia


Il riscaldamento globale permette la navigazione con poco ghiaccio. La compagnia studia un collegamento regolare

Maersk apre la rotta del Mare Artico

Sfida a Suez e alla Nuova Via della Seta

Lo chiamano Mar Glaciale Artico ma ultimamente si è fatto un po’ meno glaciale: quest’estate in qualche punto della costa Nord della Siberia i meteorologi hanno rilevato una temperatura di 30 gradi. È una conseguenza del riscaldamento globale, che porta molti disastri a livello planetario ma qualche vantaggio locale: la vita oltre il Circolo Polare diventa un po’ meno ostica, e adesso nei mesi più caldi le navi trovano acque quasi libere dai ghiacci, dove prima incontravano un muro bianco. Qualcuno sta già provando ad approfittarne aprendo una nuova rotta commerciale: nei prossimi giorni il gruppo danese Maersk, uno dei giganti mondiali della navigazione, farà salpare una nave portacontainer da Vladivostok, nell’Oriente russo, che passerà attraverso lo Stretto di Bering costeggiando l’Alaska, poi sfilerà lungo la Siberia, girerà attorno alla Scandinavia e approderà a San Pietroburgo a fine settembre. 

Per chi si preoccupa dell’ambiente globale, tutto questo è un triste segno dei tempi, invece per chi traccia nuove rotte è un sogno che si realizza, quello del Passaggio a Nord Est (mentre il Passaggio a Nord Ovest riguarda le acque fredde del Canada). 

In prospettiva, nei collegamenti fra l’Europa, la Cina e il Giappone la nuova rotta a Nord della Siberia potrà fare concorrenza a quelle che passano da Suez, dal Capo di Buona Speranza e dal Canale di Panama, essendo migliaia di chilometri più corta. Addirittura, potrà insidiare la Nuova Via della Seta, quella con terminali in Italia, su cui la Cina sta investendo miliardi. 

Proprio un anno fa La Stampa riferiva che per la prima volta una petroliera russa aveva percorso la rotta di Nord Est senza che un rompighiaccio dovesse aprirle la strada. C’era un trucco: quella nave aveva capacità rompighiaccio sue proprie, e anche la Venta Maersk che si appresta all’impresa ha un po’ di questa virtù: è in grado di navigare dove il ghiaccio marino non è più spesso di un metro; perché sì, in qualche punto della costa siberiana si registreranno pure 30 gradi in estate, ma questo non significa che il Mare Artico sia del tutto libero dai ghiacci, in certi tratti sì e in certi altri no, chi ci passa dev’essere pronto a qualunque difficoltà.

La Venta Maersk è una portacontainer da 3600 «teu» (unità di misura del carico); a settembre porterà pesce congelato. Il gruppo non scopre le sue carte e non conferma ufficialmente l’apertura di una rotta regolare, ma fa capire che tale è l’intenzione, e questo viaggio sarà un esperimento. Anche la cinese Cosco e la giapponese Mol hanno fatto test analoghi, ma senza stabilire collegamenti di linea. 

Nonostante il riscaldamento globale, restano alcune difficoltà per il Passaggio a Nord Est nella sua forma più ambiziosa: solo la bella stagione si presta a una navigazione relativamente agevole, mentre i ghiacci restano un problema nel lungo inverno artico, inoltre i tentativi di trasporto fatti finora hanno riguardato navi abbastanza piccole, inclusa la Venta Maersk, mentre il traffico intercontinentale predilige le navi enormi, come testimonia il raddoppio del Canale di Suez. Il Passaggio di Nord Est è anche svantaggiato dall’assenza di tappe interessanti dal punto di vista commerciale, che giustifichino (eventualmente) traffici intermedi: dov’è che si può fare una fermata lungo il tragitto siberiano per il carico e lo scarico di un po’ di merci? Magari sull’isola di Wrangel, così remota che ancora ci vivevano i mammut quando nel resto del mondo erano estinti da migliaia di anni? O nell’arcipelago della Novaja Zemlja, con le sue basi militari russe? 

Comunque in Siberia sono in corso grandi trivellazioni di idrocarburi, e lo sviluppo economico locale e la nuova rotta marittima potranno sostenersi a vicenda.

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luigi grassia


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