ebook di Fulvio Romano

venerdì 10 agosto 2018

A 13 anni sparano a un migrante “Goliardata, non siamo razzisti” ( ... Un paese di goliardi)

LA STAMPA

Italia

Pistoia, individuati i responsabili dei colpi a salve contro un gambiano

Sono due adolescenti delle scuole medie. L’incredulità dei genitori

A 13 anni sparano a un migrante 

“Goliardata, non siamo razzisti”

«Una goliardata». Si sono difesi così i due tredicenni che, il 2 agosto scorso, hanno sparato alcuni colpi di una pistola a salve contro Buba Ceesay un giovane di 24 anni originario del Gambia. Quando, l’altra sera, la polizia è entrata in casa loro, non sono riusciti a reggere la pressione. E davanti ai genitori, increduli, hanno confessato di essere loro gli autori dell’aggressione che ha sconvolto Pistoia, facendo piombare l’ombra inquietante del razzismo sulla sua periferia della cittadina toscana, di solito molto tranquilla. La vittima, che è ospite della parrocchia di Vicofaro - di cui è parroco don Massimo Biancalani, un sacerdote impegnato in prima linea nell’accoglienza ai migranti - ha raccontato di aver incrociato i due aggressori mentre correva per strada. I due, che viaggiavano in bicicletta lo avrebbero offeso urlando «bastardo» e «nero». Poi gli spari. Lo stesso giovane ha raccolto uno dei bossoli per consegnarlo agli investigatori. E l’episodio è stato denunciato con forza da don Biancalani con un post su Facebook che ha suscitato un immenso clamore in città e non solo: nelle ultime settimane le aggressioni ai migranti si sono moltiplicate in tutto il paese. 

La svolta dalle telecamere

Le indagini, condotte dalla Squadra mobile e dalla Digos, sono partite immediatamente. Le immagini delle telecamere della zona hanno dato i primi, importanti, risultati. E anche alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto i due ragazzini impegnati in una sorta di allenamento con la pistola: prima di aggredire il migrante, hanno provato a sparare diversi colpi a vuoto sia nell’area esterna alla palestra da cui la vittima era uscita sia nei pressi della chiesa di Vicofaro. Racconti che hanno indirizzato gli inquirenti sulla pista giusta. E quando la polizia si è presentata alla porta dei due presunti colpevoli, uno dei quali vive in una casa popolare, la confessione è arrivata immediatamente, accompagnata dalle lacrime e dai tentativi di spiegare l’inspiegabile. I due protagonisti di questa storia sono, all’apparenza, due adolescenti normalissimi. Frequentano le scuole medie e abitano in case vicine: sono amici da tempo e non hanno alle spalle situazioni problematiche. Essendo minori di 14 anni, non sono imputabili e il fascicolo di indagine è stato trasmesso alla Procura presso il Tribunale dei minori di Firenze. A breve la polizia sentirà i genitori di entrambi nel tentativo di capire in quale contesto è maturato il loro gesto. Loro si sono giustificato dicendo di aver fatto una goliardata e pare che solo adesso abbiano compreso la gravità dell’accaduto. Ma hanno negato che l’aggressione sia riconducibile a motivi razziali o politici. Nella casa di uno dei due la polizia ha trovato la scacciacani, senza il tappino rosso previsto dalla legge e circa duecento proiettili a salve. 

«L’ho saputo, sono stati due ragazzini, poco più che bambini, e per loro ci sono tutte le attenuanti - commenta don Biancalani -. Ma bisogna riflettere su un certo tipo di messaggio, xenofobo, razzista, che è passato coinvolgendo gli strati più popolari della società, arrivando a condizionare le coscienze dei giovanissimi. I media e la politica devono essere più responsabili, certamente le parole usate da Salvini in questi anni sono state gravi».

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Maria Vittoria Giannotti