ebook di Fulvio Romano

mercoledì 1 agosto 2018

In vista stagione olivicola da record grazie alla pioggia della primavera

LA STAMPA

Imperia

La Cia: «alberi carichi, taggiasche grandi e belle, il caldo difende le piante dalla mosca»

In vista stagione olivicola da record

grazie alla pioggia della primavera

Pioggia benedetta. L’olivicoltura ligure - in particolare nel Ponente regno della taggiasca e zona dove si localizza la maggior parte della produzione regionale - ha beneficiato delle condizioni climatiche di una primavera particolarmente generosa che ha fatto registrare una situazione di surplus pluviometrico in quasi tutte le stazioni meteo. Mentre nel resto del Paese peseranno i danni da gelate sia nel nord della Puglia che nel centro Italia, in Liguria - a parte qualche caso ma con gravi danni in particolare in zone montane dell’estremo ponente (Castelvittorio, Pigna, Apricale e Bajardo) la pioggia ha dissetato con benevola generosità una terra riarsa dalla siccità del 2017 andando anche a implementare le falde profonde. Insomma c’è speranza e cauto ottimismo tra i produttori olivicoli, le premesse ci sono tutte per superare - e di molto - quantità e qualità della stagione 2017 attesa come annata di carica e di rinascita (dopo l’anno orribile del 2016) ma ridimensionata dal clima siccitoso. L’olio infatti è un prodotto interamente naturale pur «coccolato» dal provvidenziale intervento della moderna olivicoltura (potature, irrigazione di soccorso, trattamenti mirati) ma le variazioni climatiche non fanno sconti: ci sono diversi fattori che rendono vulnerabile la campagna olivicola e in particolare la siccità, l’umidità e la mosca olearia. «L’acqua dei mesi primaverili ha rimesso a posto gli oliveti - spiega l’esperto della Cia Imperia, il presidente Stefano Roggerone capo panel di assaggio d’olio - al momento gli alberi sono carichi, le nostre taggiasche sono grandi e belle e l’innalzamento delle temperature difende i frutti dalla mosca. Il clima di questi ultimi tempi con umidità e temperature non elevate ci ha fatto temere l’attacco del temibile fitofago ma le alte temperature di questi giorni sono una manna e lo rendono innocuo». 

L’attesa pubblicazione, in questi giorni, dei dati della produzione mondiale appena chiusa con l’analisi di quella a venire da parte di Ismea, istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare su stime del Coi (organizzazione internazionale dedicata all’olio d’oliva e alle olive da tavola) attesta quantità abbondantemente sopra i tre milioni di tonnellate (+30% rispetto alla campagna precedente). La siccità dell’estate scorsa aveva fatto temere i produttori spagnoli mentre per l’Italia il recupero produttivo, rispetto alla scarsissima annata 2016/2017, è stato notevole ma effettivamente di dimensioni inferiori alle aspettative. La campagna 2017/2018 dell’Italia chiude comunque con una produzione di 429 mila tonnellate. 

Negli altri Paesi del bacino del Mediterraneo, invece, si registrano crescite importanti. In Grecia sono state superate le 300 mila tonnellate, mente la Tunisia ha prodotto circa 280 mila tonnellate, triplicando quasi il dato dell’anno prima, e la Turchia è arrivata a 260 mila tonnellate (+50%). La piccolissima dote dell’olio ligure parla di 4.165 tonnellate con una variazione del 153,4% rispetto al 2016. Ma a frantoi chiusi è già tempo di guardare alla produzione della prossima campagna, tenendo conto della naturale alternanza “carica” e “scarica” sia - in generale - delle cattive condizioni climatiche di inizio primavera. L’Ismea ha fatto una prima ricognizione sullo stato degli oliveti: le nevicate di marzo hanno colpito una vasta area olivicola del nord della Puglia, nel Salento, Xylella a parte, la situazione è buona, danni da freddo in Calabria, in Sicilia le piogge tardive della primavera hanno creato buone riserve idriche qualche sofferenza si comincia far sentire, nel centro Italia danni da gelo, nel nord la situazione è piuttosto buona. In Spagna seconde le prime indicazioni si sta delineando un’annata abbondante. 

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MILENA ARNALDI