Imperia
Dopo gli arresti a Triora, altri furti commessi a Sasso e Latte
Dopo gli arresti a Triora, altri furti commessi a Sasso e Latte
Sfida dei ladri di verde
Venti colpi in sei giorni
Confagricoltori chiede l’intervento del prefetto
Confagricoltori chiede l’intervento del prefetto
Venti denunce in meno di una settimana. E la Confagricoltori di Bordighera, alla quale fanno capo migliaia di operatori del Ponente e che è guidata da Claudio Andreini, ora si rivolgerà al prefetto. I ladri del verde continuano, infatti, a sfidare le forze dell’ordine e, nonostante i recenti arresti di Triora ed il monitoraggio del territorio, tornano a colpire duramente le alture da Sasso a Latte.
L’ultima vittima, nel weekend, un floricoltore di Sant’Antonio, a Latte, al quale è stata devastata l’intera campagna: sei fasce di mille metri quadrati, recintate con filo spinato e sigillate da un cancello. Eppure i ladri sono riusciti a rubare 150 piante di «pittosporo», valore mille euro. Ma alla famiglia di Claudio Silva, che ha sporto denuncia in commissariato, quella coltivazione avrebbe garantito almeno 8 quintali di fogliame all’anno per due lustri: e il valore, in questo caso, supera le decine di migliaia di euro.
«Hanno estirpato le piante, alte un metro – racconta il coltivatore – Se ci riprovo, torneranno a rubare». E non è la prima volta: due anni fa, in un altro appezzamento, a Silva hanno portato via diverse anche il «popolus». Al suo vicino di campagna hanno asportato ruscus e lentisco, ad un altro coltivatore, a Villatella, hanno rubato fronde (come accaduto spesso anche a Sealza) per migliaia di euro.
Quando vengono arrestati, i ladri pochi giorni dopo tornano in libertà. «Una presa in giro» lamentano i coltivatori che, per contenere il fenomeno, in continua espansione, si sono riuniti in chat, si scambiano informazioni su possibili persone sospette o furgoni mai visti prima. «Quanto avviene dovrebbe essere considerato con maggiore attenzione rispetto ai furti in casa – sottolinea Claudio Marcenaro, altra vittima dei ladri – Si sta creando un danno gravissimo anche all’indotto della floricoltura. Molti colleghi non coltiveranno più».
A Marcenaro hanno rubato due quintali di ruscus piantato nella zona di Massabò, a Perinaldo, duemila euro di danni. «Quando la pianta viene tagliata del tutto rischia di morire – prosegue il coltivatore - ma anche non accadesse, il raccolto dell’anno successivo sarebbe scarso e quello del terzo anno subirebbe una perdita di produzione del 40 per cento. La volontà di andare avanti comincia a mancare perché il rischio di essere derubati è forte».
Alcuni operatori hanno suggerito di costituire ronde, qualcuno ha dato via ad appostamenti: ma il rischio concreto di mettere a repentaglio la propria vita (le bande di ladri sono costituite da almeno tre, quattro persone) alla fine ha frenato la proposta.
loredana demer