Cuneo
Rapporto 2017 «Ecosistema urbano» di Legambiente
Rapporto 2017 «Ecosistema urbano» di Legambiente
Qualità della vita nelle città
Cuneo fuori dalle prime dieci
Il capoluogo provinciale è passato dal 9° posto dell’anno scorso al 33°
Il capoluogo provinciale è passato dal 9° posto dell’anno scorso al 33°
Nella classifica della qualità della vita, Cuneo è scivolata dal 9° posto dell’anno scorso al 33°: lo dice l’edizione 2017 del rapporto «Ecosistema urbano» redatto da Legambiente. Dai 66,82 punti sommati nel 2016, il capoluogo della Granda è sceso a 56,43, perdendo 24 posizioni. Al primo posto quest’anno c’è Mantona (76,80), che dodici mesi prima era terza. I punteggi sono calcolati sulla base di sedici indicatori (con i dati dell’anno precedente a quello di pubblicazione) relativi a qualità dell’aria e dell’acqua, produzione di rifiuti, mobilità pubblica e incidenti stradali, energia, disponibilità di verde urbano, piste ciclabili e aree pedonali.
Parecchi valori si discostano poco da quelli registrati lo scorso anno, ma Cuneo è uscita dalla «top ten» delle città più vivibili d’Italia. A penalizzarla è stato il nuovo meccanismo che, oltre ai punti previsti, ne assegna altri come «bonus» ai centri che abbiano migliorato gestione e recupero di acque e rifiuti. In entrambi questi casi, Legambiente ha rilevato livelli inferiori: se nella precedente edizione di Ecosistema urbano il 100% delle acque cuneesi risultava depurato, ora questa percentuale è passata all’88%, mentre l’acqua consumata da ogni residente è salita da 154 a 155,2 litri al giorno. Anche il volume di rifiuti pro capite è aumentato da 492 a 503 chilogrammi, con la contemporanea diminuzione della raccolta differenziata dal 73,2% al 72,1%.
«Come non cantavamo vittoria l’anno scorso, così non ci sentiamo sconfitti questa volta – dice Davide Dalmasso, assessore all’Ambiente di Cuneo -. Un leggero aumento dei rifiuti prodotti è stato determinato anche dalla ripresa dei consumi, quindi non va inteso solo in senso negativo, mentre la quota di differenziata resta tra le più alte d’Italia. Certo ci sono ambiti in cui dobbiamo migliorare, però dobbiamo anche verificare la correttezza di alcune cifre».
Due esempi: Cuneo è indicata tra le peggiori quattro città d’Italia per numero di alberi, con appena una pianta ogni cento abitanti, numero poco credibile vista la presenza del parco fluviale; il 35,7% dell’acqua della rete idrica viene considerata persa perché è considerata tale anche quella delle fontane. «Il rapporto non indica tanto un peggioramento di Cuneo, quanto un miglioramento delle altre città – dice Bruno Piacenza, presidente della sezione cuneese di Legambiente -. Solo Biella ha fatto meglio di noi in Piemonte, mentre per la qualità dell’aria il valore peggiore è quello dell’ozono, per ridurre il quale non si può fare quasi nulla».
Le altre particelle inquinanti si sono ridotte (il valore medio di Pm10 è calato da 53 a 23 microgrammi per metro cubo), ma Legambiente ha indicato «insufficiente» la qualità dell’aria cuneese perché il nuovo rapporto fa riferimento ai parametri molto più restrittivi dell’Organizzazione mondiale della sanità. Negativo anche il numero di morti e feriti per incidenti stradali, quasi raddoppiato (da 3,9 a 6,29 ogni mille abitanti). Al contrario, il capoluogo della Granda è sesto in Italia per energia prodotta da impianti fotovoltaici, serve praticamente l’intera popolazione con la raccolta rifiuti porta a porta, ha aumentato il numero di passeggeri sui bus pubblici e mantenuto costanti piste ciclabili, aree pedonali e verde urbano.
alberto prieri