Pd, Renzi: “Autogol rinvio sul finanziamento pubblico ai partiti”
Un “clamoroso autogol” rinviare la discussione sul decreto per la riduzione del finanziamento pubblico ai partiti. Matteo Renzi, dal palco della festa del Pd di Bosco Albergati a Modena, rompe il silenzio delle ultime tre settimane commentando le decisioni del governo delle larghe intese. “Penso che sia stata una decisione sbagliata. Un errore dell’esecutivo”. E ribadisce il suo sostegno all’abolizione del finanziamento: “Dobbiamo tornare ad essere orgogliosi di come i nostri politici spendono i nostri soldi. Ad esempio lo sapete quanto spendiamo noi democratici? Solo 8,9 milioni di euro in comunicazione e ai territori vanno meno di 9 milioni di euro”.
Parla dopo giorni di “volontario isolamento” e chiede il congresso del Pd per dare una svolta: “Vogliamo tornare a dare del “tu” alla speranza. Il Pdl è in altre faccende affaccendato, Grillo canta da solo. E noi? Dobbiamo avere il coraggio di cambiare noi stessi. Non è importante cosa faccio da grande io, ma noi. Qualcuno mi ha detto: mettiti in un angolino, quando arriviamo alle elezioni candidiamo te e prendi i voti. Se si fa questo giochino, io non prendo i voti. Io non posso fare la foglia di fico di questo meccanismo, o ci mettiamo insieme creando un gruppo dirigente nuovo, oppure non ci sarà il cambiamento”.
Il motto è “saremo altro e saremo altrove se”, dove il sindaco di Firenze pone una lista di condizioni per il cambiamento: “Volendo citare il cantante Luciano Ligabue”, attacca, “io direi: ‘non è tempo per noi e forse non lo sarà mai’, anche se spero che non sia così. Io continuo a chiedermi se davvero è così, o se nonostante la crisi e le difficoltà non possiamo finalmente prenderci il nostro tempo”. E l’errore del partito è sempre quello, continua, di rimpiangere il passato: “Io vorrei che non ci limitassimo a compiangere i tempi andati, io vorrei che il partito avesse la voglia di non aspettare il futuro, ma corresse a prenderselo. Abbiamo bisogno di innovare e sperimentare. La vecchia tessera non basta più. E al tempo stesso non può essere che facciamo solo una pagina Facebook. Perché non c’è niente di più complice di uno sguardo, fatevelo dire da un sindaco”.
Tanti secondo Matteo Renzi gli errori commessi dai democratici, primo fra tutti l’occasione persa con le elezioni del 25 febbraio: “Fino a che abbiamo fatto le primarie siamo stati a discutere dei problemi. Perché dal giorno dopo, finite le primarie siamo tornati a parlare di Berlusconi. Abbiamo parlato di “smacchiare il giaguaro”, ma l’Italia si aspettava la speranza non un nemico. Oggi che è arrivata una sentenza e non una sconfitta elettorale, c’è bisogno di un Partito democratico che non stia insieme perché di là c’è una minaccia. E’ vent’anni che stiamo facendo tutto aspettando cosa sta facendo Berlusconi. Almeno il Congresso del Pd possiamo farlo senza pensare a lui?”.
Il pensiero va alle consultazioni elettorali che potrebbero essere vicine: “A forza di avere la puzza sotto il naso continueremo a perdere le elezioni. Accanto ai delusi del Pdl, bisognerà andare a prendere anche i delusi del Pd”. Le elezioni fanno paura a tanti, dice Renzi, ma soprattutto alMovimento 5 Stelle: “Ricordatevi che quello che ha preso meno voti tra di noi, Bruno Tabacci, ha preso più voti di tutti i candidati a 5 Stelle”.
Un lungo discorso che arriva dopo settimane di silenzio “voluto” da Matteo Renzi, accusato di voler creare problemi al governo delle larghe intese: “Io non sono stato sleale”, ha detto, “io spero che duri il più possibile il governo, a patto che faccia le cose. Ad esempio, io penso che l’Italia è il paese della libertà e non carica su un aereo una bambina e una mamma solo perché sono la famiglia di un dissidente. L’amico vero è quello che ti dice in faccia le cose. Noi siamo al fianco del governo perché realizzi l’impegno a partire da una legge elettorale semplice. Non complicate i giochi”.