ebook di Fulvio Romano

giovedì 2 novembre 2017

Zafferano, 100 mila bulbi Triora ritorna all’antico

LA STAMPA

Imperia

Spezia piantata e raccolta a mano. Per i giovani nuove opportunità in campagna

Zafferano, 100 mila bulbi

Triora ritorna all’antico

Negli statuti testimonianze della produzione che risale al ’300

Lo zafferano a Triora non è più una semplice sperimentazione, un «tentativo», ma una solida realtà. Quest’anno la produzione curata da Barbara Cardone e Daniele Laigueglia è più che raddoppiata. Ad agosto sono stati piantati ben centomila bulbi che in queste ultime settimane hanno visto la completa fioritura della piantagione. Un raccolto notevole che ha premiato il ritorno alla campagna della coppia di giovani imprenditori della Valle Argentina, dove gestisce l’agriturismo «Poggio dei Marò», a Badalucco. 

È un salto di qualità, non soltanto per i risultati della produzione ma anche per altri tasselli che si sono andati ad aggiungere all’iniziativa. Primo tra tutti uno studio sugli antichi statuti di Triora che ha rivelato come lo «zafferano d’altura» da queste parti venisse piantato e coltivato già nel lontano 1300. Poi c’è la filiera del territorio, con lo zafferano cresciuto a Triora che da una parte è stato «adottato» dai principali chef e ristoranti della valle e della costa e e dall’altra ha portato alla vendita al pubblico (la nuova produzione arriverà prossimamente). Per le boccette di vetro con legno di ulivo lavorato vengono individuate sempre vetrine selezionate, come la «Bottega della Strega» di Triora o «Sciolè» e «Nonsolozenzero» in centro a Sanremo. 

«La terra sta ripagando la fatica - spiega Daniele - e l’aiuto di tanti amici che si sono messi a disposizione sia per la piantumazione dei bulbi sia per la fase delicata del raccolto e della selezione dei fiori (in tutto una decina di persone, familiari e non ndr.)». Non è finita. Perchè la nuova svolta produttiva è arrivata anche grazie alla disponibilità di un benefattore, Marco Prevosto, che ha messo a disposizione la campagna di famiglia a Triora chiedendo in cambio soltanto che venisse tenuta con cura e diligenza. I bulbi ora hanno «conquistato» circa un ettaro di territorio con vista sui tetti d’ardesia del paese delle streghe. «La siccità di quest’estate non ha avuto conseguenze negative per le piante - spiega Daniele - le condizioni atmosferiche hanno semplicemente inciso sui tempi di maturazione e di fioritura». Ora lo zafferano di Triora attende di passare gli esami di laboratorio che ne certificheranno la qualità, elemento che ha un suo peso anche per determinarne il prezzo. Per i gourmet l’occasione è di quelle da non perdere, il piatto di una cena importante può tingersi del colore caldo dello zafferano con la consapevolezza di un prodotto legato al territorio, piantato, cresciuto e raccolto sulle Alpi Marittime. 

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giulio gavino


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