ebook di Fulvio Romano

martedì 25 agosto 2015

I migranti della vendemmia

LA STAMPA

Italia

I migranti della vendemmia
tra speranze, coop e caporali

La Finanza indaga nei vigneti di Asti. Braccianti dell’Est a 3 euro l’ora

Tirava aria fredda ieri tra le colline del Moscato e le nuvole basse minacciavano pioggia. Nei filari, decine di migranti della vendemmia hanno cominciato la raccolta dei grappoli dorati che diventeranno uno spumante tra i più famosi al mondo: sono in gran parte bulgari, macedoni, romeni. Arrivano in piazza Indipendenza a Canelli, direttamente dai Paesi dell’Est Europa, cercando un contratto (regolare o meno non importa) per portarsi a casa compensi che spesso non superano i 3-5 euro l’ora. 
Il trucco del contratto
Anche quest’anno, si aspettano dai 200 ai 300 stagionali. Alcuni, i più fortunati, trovano occupazione con cooperative in regola con paghe e contributi, ma altri, forse la maggioranza, finiscono nel gorgo del sommerso. Quelli che assicurano ingaggi in nero li chiamano caporali anche da queste parti: il trucco è far firmare al lavoratore un contratto da bracciante in cui non vengono indicati i giorni di lavoro e neppure l’orario. Su questo traffico, da qualche giorno, ha cominciato a investigare anche la Guardia di finanza. Le Fiamme gialle astigiane del colonnello Michele Vendola e quelle della Brigata di Canelli avrebbero già indagato il legale rappresentante di una cooperativa del Canellese, ipotizzando il reato di intermediazione abusiva di manodopera, il caporalato appunto. Per ora l’inchiesta è ancora coperta dal massimo riserbo. L’impressione, però, è che le indagini siano in una fase molto delicata e non sono esclusi clamorosi sviluppi. 
Accampati tra i boschi
In piazza a Canelli sono parcheggiati i bus che partono da Romania, Bulgaria o Macedonia e che di turistico non hanno nulla. Trasportano i migranti dell’uva. I costi per l’imbarco, a carico dei lavoratori naturalmente, vanno dai 50 ai 120 euro. Arrivati a Canelli c’è il problema sistemazione. «Io ne conosco tanti di miei connazionali che dormono in 20 o 30 in una cascina diroccata - racconta un romeno che a Canelli vendemmia da 15 anni - l’affitto per un dormitorio che sembra un pollaio è 150 euro al mese». Quest’anno il Comune ha deciso di chiudere il «campo» che in passato era stato allestito alle porte della città. Il sindaco, Marco Gabusi, ha deciso di usare il pugno di ferro. «Nessuna accoglienza, niente campi, bagni o docce pubbliche. Questa vergogna deve finire. Ho chiesto ai vigili e ai carabinieri di identificare i vendemmiatori e se non sono in regola allontanarli da Canelli». 
Dieci ore di lavoro
E c’è chi racconta come si affronta una vendemmia tra caporali e controlli. Stefano è un bulgaro di 46 anni che da quasi 20 vive in Italia. «Faccio il camionista a Cremona – dice – e da 13 anni vengo a Canelli per la vendemmia. Domani arrivano anche mia moglie e mia figlia». Quest’anno ha un contratto da bracciante. «È il primo che firmo, 5 euro l’ora per 10 ore di lavoro». Pier Gustavo Barbero, titolare di una cooperativa con 100 lavoratori, segue la via della legalità. «Non è facile lavorare con la concorrenza dei caporali - racconta - i nostri clienti sono grandi aziende che scelgono di pagare il giusto ma troppi piccoli imprenditori si fanno abbindolare dalle sirene del risparmio a discapito di chi lavora da sfruttato». 
franco binello, riccardo coletti