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Ottimismo tra i filari mentre è già partita la raccolta delle prime uve del Moscato
Da Bubbio a Montabone e in Langa si spera che il sole aiuti a completare la maturazione
Ottimismo tra i filari mentre è già partita la raccolta delle prime uve del Moscato
Da Bubbio a Montabone e in Langa si spera che il sole aiuti a completare la maturazione
Gian Franco Torelli, 48 anni, con azienda vitivinicola in fraz.S. Grato, guarda il cielo tornato sereno, sorride e dice : «L’annata si presenta con una eccellente qualità. Eravamo partiti con le fasi fenologiche in ritardo rispetto agli ultimi anni, ma il caldo estivo ha portato avanti la vendemmia. Fortunatamente il clima si è rinfrescato e le escursioni termiche stanno favorendo un ottimo accumulo di aromi nell’uva»». Dal 1987 l’azienda di Torelli è passata al biologico, ««una scelta risultata vincente , sia dal punto di vista agronomico che del mercato»». Dai 14 ettari di vigneto, tra proprietà e affitto, arrivano i vini Barbera, Pinot Nero, Chardonnay, Moscato, Dolcetto e Merlot ( Monferrato rosso). Questi ultimi vinificati senza solfiti aggiuntivi per il mercato del Giappone e del Canada. Nell’azienda, a dare una mano a Gian Franco ci sono i genitori Mario e Marisa e i figli studenti: Michela e Carlo. Per il futuro, Torelli, che vende direttamente in Italia e tramite importatori all’estero, è ottimista: «« Il mondo del vino è uno dei settori fortunati dell’agricoltura in quanto il valore aggiunto del prodotto finito è quello più percepito dal consumatore finale»». Recentemente dal suo Moscato docg è nato anche, in una gelateria fiorentina, un apprezzato sorbetto.
A farlo è Giovanni Gallo, 57 anni, con azienda vitivinicola a Montabone dove è anche sindaco. «Io nel Brachetto credo ancora – ribadisce - E’ un vino che piace, che ha avuto dei momenti di difficoltà che però lentamente sta superando. Quest’autunno metterò a dimora altre barbatelle di Brachetto, in sostituzione di vigneti vecchi»». Gallo inizierà lunedì 31 a vendemmiare nei suoi vigneti in regione Cabonaldo con i primi grappoli di Moscato. ««Se il tempo sarà quello previsto avremo una gran bella vendemmia, non eccessiva nella quantità ma forte di qualità, in grado di soddisfare la nostra clientela - damigiane e bottiglie- formata principalmente da privati che arrivano da Piemonte, Lombardia e Liguria. Un mercato, quello dei privati, che cresce di anno in anno, spesso solo con il passaparola. Le nostre punte di diamante restano il Barbera e il Dolcetto.»» Nell’azienda, Giovanni è affiancato dalla moglie Fabia e dai figli Carlo e Guido, lavora 13 ettari di vigneto a Barbera, Dolcetto, Chardonnay, Freisa, Moscato e Brachetto e con orgoglio afferma di avere in cantina ««solo scorte fisiologiche»».
««Il Barbera docg è il vino che meglio si adatta alle esigenze di oggi e il nostro territorio è la sua capitale»». A dirlo con determinazione è Nino Baldizzone che con la moglie Graziana conduce 18 ettari di vigneti, principalmente a Barbera, ma anche a Dolcetto, Moscato, Chardonnay e ormai poco a Brachetto, al fianco della strada che da Nizza Monferrato va verso Castel Boglione. «« Ho smesso di vinificare Il Brachetto, attualmente vendo le uve, ma sono in attesa dell’autorizzazione per sostituire le viti con quelle di Barbera. Sta arrivando una bella vendemmia, speriamo che il tempo però non ce la rovini perché chi lavora bene in vigna anche quest’anno sta per essere premiato»» . Per il futuro, Baldizzone, che vende quasi tutta la sua produzione in bottiglie, salvo qualche affezionato cliente che vuole fare l’imbottigliamento personalmente, è ottimista «« vedo un ritorno dei giovani a consumare vino, ma anche interesse per conoscere le lavorazioni che facciamo nei vigneti. Anche l’attenzione degli stranieri è sempre alta, soprattutto per il Barbera che adesso è diventato «Nizza docg»» e qui si sentono i primi effetti dell’inserimento della nostra zona nell’Unesco
oldrado poggio