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Le cartoline dei politici
Le cartoline dei politici
Marino sotto accusa per le foto con la maschera da snorkeling
Marino sotto accusa per le foto con la maschera da snorkeling
Ignazio Marino ha un degno predecessore, e non Gianni Alemanno alla guida di Roma ma Franco Frattini alla compilazione cartoline. Chi scorderà mai le stupefacenti giornate del ministro degli Esteri berlusconiano trattenuto alle Maldive da impegni di diporto mentre Georgia e Russia si contendevano l’Ossezia oliando i cannoni? Era l’agosto del 2008 e l’Europa allarmata riunì d’urgenza i ministri competenti e dalla Farnesina partì, per mancanza del titolare, il sottosegretario Enzo Scotti. Dagli atolli dell’Oceano Indiano, Frattini commentava soddisfatto «l’importanza dell’adozione di un documento equilibrato» eccetera, e reagiva con beato distacco ai sarcasmi dei colleghi: «Le moderne tecnologie», diceva, consentono oggigiorno di lavorare anche da lontani arcipelaghi, difatti «ho contribuito in modo decisivo» alla stesura della deliberazione. Le moderne tecnologie lo aiutarono di nuovo in occasione dell’operazione Piombo Fuso, l’invasione e il bombardamento della striscia di Gaza da parte d’Israele: Frattini, in tutta da sci e con la pomata sul naso rosso, espresse tutta la sua istituzionale preoccupazione al Tg1 da uno chalet di montagna.
La grande domanda, ora, è come Marino conti di rimediare alla foto pubblicata sul Tempo, lui con la maschera subacquea che fa snorkeling. Né l’istantanea né le moderne tecnologie frattiniane giovano a quella dotazione decisiva del politico che è il consenso. Eppure è in vacanza – come al rogito e al ristorante – che i nostri leader continuano a sferrarsi martellate laddove fa molto male. Il fuoriclasse assoluto è stato Gianfranco Fini, per un periodo infilò una prodezza all’anno, un’estate fece immersione nella zona protetta e vietata di Giannutri, l’estate dopo venne fotografato mentre riemergeva dai flutti con molluschi e stelle marine, intoccabili, e lui si difese per mezzo portavoce dicendo che poi li aveva «ributtati in acqua» (dev’essere una strategia, come quando ammise d’essersi fatto una canna, «ma non ho aspirato»). Il capolavoro è però del capodanno 2012 trascorso alle fatidiche Maldive. Per via della crisi se ne fece una polemica anche dozzinale, ma Fini ci cascò in pieno: la compagna, Elisabetta Tulliani, spiegò che il viaggio era l’eccezionale festeggiamento dei 60 anni dell’amato: «Non capita tutti i giorni di compierli». In due ore saltò fuori che la coppia era stata alle Maldive pure il capodanno precedente, quando Fini di anni ne aveva compiuti 59 (e in effetti si tratta di un altro evento abbastanza unico nella vita di un uomo).
Quanti danni abbiano procurato le villeggiature a Roberto Formigoni lo sanno tutti, non soltanto per le mete (i mari del sud) e i mezzi (gli yacht) e i prezzi (o esigui o nulli), ma pure per le avvilenti immagini dell’ex governatore in slippino aderente e marsupio che finivano sui giornali ogni mattina. Questa è la politica, altrimenti si sarebbe parlato di più degli 80 mila euro che, con molto impegno e qualche difficoltà, l’allora tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, spese in sette giorni alle Bahamas. Un altro eroe dei nostri tempi, Franco Fiorito, si era limitato a 29 mila in Sardegna, mentre i consiglieri regionali lucani spacciavano per missioni le fuitine con le amanti, per il vantaggio di non scucire un soldo. Invece – e giustamente – ci si occupa più del viaggio del premier Matteo Renzi a Courmayeur con volo di Stato, o del soggiorno gratuito offerto al sottosegretario del governo Monti, Carlo Malinconico, all’hotel il Pellicano all’Argentario. E se i giornalisti stavano fuori dal Pirellone ad aspettare Nicole Minetti, e poi saltava fuori che lei se n’era andata a Los Angeles, ci si faceva una risata. E quella risata è precisamente il problema di Marino.
Mattia Feltri