ebook di Fulvio Romano

mercoledì 26 agosto 2015

Gattini e tramonti per sempre grazie all’immortalità digitale Simoltiplicano i servizi che creano avatar di defunti. Il rischio èdiventarne prigionieri



MASSIMO RUSSO
la STAMPA on line


C’è un episodio della serie televisiva inglese Black Mirror, intitolato «Torno subito», in cui una giovane donna di nome Martha perde il compagno, grande appassionato di social network. Pur di avere un clone e lenire il dolore del lutto, Martha si affida a un servizio che - raccogliendo online commenti, foto e condivisioni dell’uomo quando era in vita - ne costruisce una copia-robot. 

È più o meno quel che promette di fare un nuovo servizio, Eter9, che garantisce una sorta di immortalità digitale ai propri sottoscrittori. Attraverso un sistema di intelligenza artificiale Eter9, fondato un anno fa dall’imprenditore portoghese Jorge Henrique, raccoglie quel che abbiamo condiviso in vita sui Social e crea un nostro avatar digitale che posterà lo stesso tipo di contenuti anche dopo la nostra scomparsa. Dunque se ci piacciono gattini e tramonti, così sarà anche quando non ci saremo più, e i nostri amici continueranno a ricevere le nostre notifiche in eterno.  

Per citare un altro film, qualcosa di simile a «Ricomincio da capo», in cui il protagonista è condannato a rivivere la stessa giornata per sempre. Qui sarà la nostra immagine - o meglio le sciocchezze o le perle di saggezza che avremo saputo distillare in vita - che sarà perpetuata sine die a chi resta. Spiega il fondatore, di cui hanno parlato in questi giorni Bbc e siti specializzati come ZdNet: «Stiamo cercando di creare un sistema di intelligenza artificiale che impari presto da altre piattaforme, come Facebook». 

Forse l’iniziativa fallirà, anche se nella fase di test ha raccolto 5mila utenti. L’idea comunque ci parla di due questioni assai rilevanti. 

In primo luogo il fine vita sul digitale, in cui - come in ogni altra dimensione della nostra esistenza - si ripropone il bisogno ancestrale di lasciare un segno. Sia Google sia Facebook, come pure servizi specializzati come Legacy Locker o Entrustnet, permettono di designare un erede che riceverà le chiavi della nostra posta o del nostro profilo e in alcuni casi potrà mantenere online una pagina di ricordo, una specie di Spoon River su Internet. La stessa cosa fa Life.vu. Un esperimento del Massachusetts Institute of Technology cerca di andare oltre: il ricercatore romeno Marius Ursache sta lavorando su Eternime, un progetto di avatar 3D che parli e si comporti come noi, creato sulla base dei dati che in vita avremo lasciato su tutti i Social frequentati online. La piattaforma, che sarà forse disponibile tra alcuni anni, ha già raccolto l’interesse di oltre 20mila persone. 

Il secondo elemento chiave comune a queste iniziative è l’intelligenza artificiale. È Lo stesso insieme di algoritmi che governa - non sempre nel migliore dei modi - le transazioni nella finanza mondiale. Che promette di portare sul mercato auto che guidano da sé. Che - attraverso reti neurali - permette già di creare macchine che apprendono e sono in grado di impadronirsi da sole di concetti astratti, partendo da un’enorme quantità di dati, o di riconoscere persone e oggetti nelle immagini. Anche qui i nomi sono i soliti, con Google che negli anni scorsi ha compiuto importanti acquisizioni di aziende specializzate nel settore, quali l’inglese DeepMind o l’americana Boston Dynamics, che realizza robot a due e quattro zampe a cui è molto interessato anche l’esercito. Siamo ancora lontani da cervelli in grado di superare il test di Turing, ovvero di essere indistinguibili dagli esseri umani, ma già numerosi scienziati chiedono l’elaborazione di codici etici a cui vincolare la ricerca. 

In Black Mirror l’epilogo è tristissimo: Martha vorrebbe liberarsi del clone, ma gli è psicologicamente legata e non ci riuscirà mai. Con Eter9 basterà uscire dal servizio, per fermare il proliferare di gattini e tramonti post mortem. Ma se un giorno davvero ci sarà una macchina in grado di pensare e agire come noi in eterno, spegnerla non sarà un po’ come farci morire un’altra volta? 

@massimo_russo