Italia
L’ultima moda
Riti choc: dalla bara in sidecar
al brillante con le ceneri dei defunti
Kitsch e sfarzo: quando persino l’estremo saluto diventa un evento
L’ultima follia è il brillante con le ceneri del defunto. Tranne nei fuochi d’artificio, in nulla Roma è seconda a Napoli per le esequie-show. Di esagerazioni e stranezze sono costellati i servizi funebri della capitale. Stefano Lorenzetti, la cui famiglia è nel settore da quattro generazioni, ne elenca una raffica clamorosa: bare di motociclisti trasportate in sidecar, riunioni di famiglia in sala commiato, addobbi, musiche legate alla professione del caro estinto, fanfare, bande, esibizioni dal vivo, carrozze fatte arrivare in treno da Salerno. Fino alla novità: il brillante realizzato dalle spoglie cremate. Senza limiti di spesa né osservanza delle consuetudini.
Stranezze indicate nel testamento, volontà particolari del defunto alle quale i congiunti fanno di tutto per attenersi. «Si sentono quasi obbligati», spiega Lorenzetti. Nelle agenzie romane di pompe funebri, la memoria condivisa traccia un «funeral party» tra eccessi ed eccentricità. Dalle scuderie comunali per le cerimonie descritte da Fabozzi ai sei cavalli portati alle esequie di Vittorio Casamonica da Luciano Vaccaro. Alla ditta Cesarano sottolineano come l’uso dei cavalli non appartenga solo alla cultura rom o sinti: «Facciamo funerali anche nella capitale a persone che non hanno nulla a che vedere con i rom». Giovedì scorso a San Giovanni Bosco semmai le anomalie sono state i petali di rosa lanciati dall’elicottero, la colonna sonora del «Padrino» e i manifesti sulla facciata del defunto boss vestito da Papa. Esasperazioni record. «Le parrocchie solitamente non concedono l’affissione», ammette Vaccaro. A Roma poi.
L’agenzia Scifoni, leader nella capitale, allarga la casistica dello sfarzo dalla scenografia agli articoli in vendita. Un campionario che include lussuose imbottiture delle casse in taffetà, velluto, seta, lino e altri tessuti pregiati e i costosi feretri in mogano e rovere massello (come quello di Casamonica). E poi allestimenti personalizzati delle camere ardenti: ad esempio «l’ultimo set» per il regista Francesco Rosi alla Casa del Cinema di Villa Borghese. E poi addobbi floreali da Festival di Sanremo e necrologi a pioggia.
Nei paesi chiudono un occhio, a Roma non può superare i cento metri. E invece c’è chi chiede cortei a piedi di quattro chilometri fino al cimitero, con annessa recita del rosario, sacerdote e chierichetti in testa.
Da Zega descrivono funerali di stranieri con banchetti a fine cerimonia, bare intarsiate e lavorate a mano da 20mila euro. O richieste assurde come feretri in marmo («impossibili da trasportare») o in cristallo. All’azienda «Madre Teresa» di via Portuense raccontano di bare con lastra di vetro per vedere il defunto durante la messa, mentre da Di Tommaso al Tuscolano aggiungono come servizi «a la page» il carrello coi candelabri e il trasporto della salma in carro-Jaguar. Lusso e sfarzo.