La Stampa
È un lunedì nero sui mercati. Dilaga la paura per la battuta d’arresto dell’economia cinese e tale ”sindrome” si ripercuote non solo sui mercati asiatici ma anche su quelli europei. La locomotiva di Pechino, infatti, rallenta e rischia seriamente di non raggiungere l’obiettivo del +7% del Pil a fine anno, dopo tre decenni di crescita stellare, a doppia cifra. La borsa di Shanghai chiude in tracollo dell’8,49%, dopo essere scesa del 9% e aver praticamente azzerato i guadagni di inizio anno, trascinando giù tutti i listini asiatici. Si tratta della peggior discesa giornaliera dal febbraio 1997. In Cina il listino è precipitato anche per il mancato intervento di contenimento da parte delle autorità di Pechino. La caduta peraltro è frenata dal limite di discesa del 10% previsto dalla borsa di Shanghai.