ebook di Fulvio Romano

giovedì 27 agosto 2015

OGM: niente maxifusione. Monsanto getta la spugna

LA STAMPA

Economia

“Niente maxi-fusione degli Ogm”

Monsanto getta la spugna

Il colosso Usa non acquisterà più Syngenta

E il titolo della società svizzera crolla in Borsa

La Monsanto, gigante delle biotecnologie agricole, getta la spugna e dopo mesi di corteggiamento rinuncia ad acquisire la svizzera Syngenta, che opera nello stesso settore e per la quale offriva 46 miliardi di dollari (gli azionisti della società elvetica avrebbero avuto il 30% della nuova entità). La decisione arriva dopo tre «no» consecutivi del colosso svizzero, insoddisfatto di tutte le successive proposte, sempre più alte.

L’accordo avrebbe reso ancora più grande la Monsanto in tutto l’agri-business, dai semi ai pesticidi. Il gruppo ha già adesso un ruolo strategico nel settore a livello mondiale, ma è anche malvisto fra gli ambientalisti in quanto grande produttore di organismi geneticamente modificati.

Nel mesi scorsi la prospettiva di un acquisto con forte premio sui corsi azionari aveva spinto all’insù i titoli di Sygenta; il «no» del gruppo svizzero gonfia la bolla e così ieri le azioni sono arrivate a perdere oltre il 18%. Invece hanno guadagnato fino al 9% i titoli di Monsanto. Molti soci della società americana hanno tirato un sospiro di sollievo: l’offerta per Sygenta piaceva, ma i ripetuti rilanci, a costo sempre più alto, avevano suscitato malumore.

Nel fare un passo indietro, la Monsanto ribadisce di essere convinta della bontà della sua offerta, che a medio e lungo termine «avrebbe creato un enorme valore per gli azionisti» del nuovo (ipotetico) gruppo. Le fonti della Syngenta criticano invece la mancanza di dettagli sulle presunte sinergie, parla di rischi mal calcolati nell’esecuzione pratica di quest’operazione, e ripete che l’offerta di Monsanto « sottovalutava significativamente» la Syngenta. I vertici della società hanno ribadito costantemente, nei mesi scorsi, che l’accordo era «inadeguato sotto diversi punti di vista», e fra l’altro «troppo vulnerabile alle obiezioni antitrust». Neanche l’ultima offerta da 470 franchi svizzeri per azione, rivista al rialzo rispetto ai 449 franchi iniziali, ha fatto cambiare idea ai vertici di Syngenta.

L’amministratore delegato di Monsanto, Hugh Grant, si proponeva di mettere le mani su Syngenta fin dal 2011. Ma a questo punto la multinazionale americana deve cambiare strategia e puntare a crescere da sola: «Senza le basi per un costruttivo impegno da parte di Syngenta» ha detto ieri Grant «la Monsanto si concentrarsi sulle opportunità di crescita interna». Il gruppo si conferma fiducioso di raggiungere gli obiettivi del piano quinquennale, che prevedono entro il 2019 un utile per azione più che doppio rispetto al 2014.

luigi grassia


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