ebook di Fulvio Romano

martedì 25 agosto 2015

Cina in panico. Risparmiatori terrorizzati

LA STAMPA

Economia

I risparmiatori terrorizzati

“Va giù tutto, perdo anche la casa”

Censurati giornali e tv, ma sulle chat esplode il panico

Ci sono state forti piogge a Shanghai. Il tifone Swan ha allagato molte strade e, mentre le persone cercavano di mantenersi in equilibrio su delle passerelle di legno, il mercato azionario della città viveva una delle sue giornate più nere. La Cina ha arrestato chi è stato accusato di speculazione, ha incoraggiato i gruppi statali a comprare azioni, proibito le vendite, sospeso le aziende che hanno perso troppo: ormai non sa più con chi prendersela. Ieri, ha incolpato «l’economia globale». E ha di nuovo compiuto il singolo gesto che maggiormente suscita voci, bisbigli, pericolose dicerie: ordinando che del crollo del mercato non si parlasse più, né su Internet né sulla stampa.

L’ansia dei broker

Per C. Chen, un dottorando a Hong Kong originario di Shanghai, ieri è la giornata è trascorsa in chat con la madre che, presa dal panico, vuole vendere la casa. L’aveva comprata con i risparmi, era un piccolo nido di sicurezza per il futuro. «Con quello che sta succedendo in Borsa - ha scritto la donna - vendiamo adesso prima che ne risenta l’immobiliare». Chen ha cercato di dissuaderla. Il suo appartamento a Shanghai non è particolarmente spazioso, e se dovesse farsi una famiglia sarà sicuramente troppo piccolo. Però considera quell’alloggio un punto di appoggio ideale per quando tornerà a stare a là, oppure un bene da affittare in caso di necessità. Ma la mamma insiste: «Sta crollando tutto» scrive agitata, e Chen più di tanto non sa cosa dirle. Sua mamma è fra quei 40 milioni di nuovi investitori che sono entrati sul mercato cinese dal giugno dello scorso anno, pieni di entusiasmo, scottati dopo essersi convinti che in ogni caso il prezzo delle azioni non avrebbe potuto fare altro che salire. Che «il governo» non avrebbe permesso che crollassero – così come non avrebbe permesso che crollasse il prezzo dell’immobiliare.

I disastri personali

In alcuni casi causando disastri personali: fra chi vende all’impazzata, infatti, c’è chi ha comprato azioni con soldi presi in prestito. Dalla famiglia, dalla banca, o da uno degli istituti di credito paralleli spuntati nei giorni in cui sulla finanza cinese splendeva il sole. Ad elevati tassi di interesse. Come una cugina di Chen, che la mamma continua a insistere allarmate: bisogna vendere prima che sia tardi. La cugina, infatti, L. Xu, più giovane di Chen di quattro anni, poco propensa agli studi, ha passato gli ultimi mesi a giocare in Borsa con ritorni portentosi. Quando la Borsa di Shanghai è stata connessa a quella di Hong Kong, lo scorso novembre, Xu ha visto il valore delle sue azioni moltiplicare. E salire ancora il giorno dopo. Allora ha venduto il suo appartamento per riversare tutto il contante sul mercato. Ora Xu, a 23 anni, non ha più né i soldi dell’appartamento, né quelli delle azioni – si è tutto polverizzato, tranne i debiti. «Adesso vuole aspettare un po’, nel caso in cui qualcosa salga di nuovo. Ma per ora, mia mamma è terrorizzata», racconta Chen.

ilaria maria sala


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