LA STAMPAweb
Savona
poche province su tutto il territorio nazionale vantano due siti
Sono tra i dieci complessi più visitati in Italia
con più di centomila ingressi ogni anno
Tra le dieci grotte più visitate d’Italia, non potevano mancare quelle di Toirano e Borgio Verezzi. I dati annuali del turismo speleologico nazionale del 2014, indicano al primo e al secondo posto per numero di visitatori, rispettivamente le Grotte di Frasassi (241.220) in provincia di Ancona, e le Grotte di Castellana in provincia di Bari. Il terzo posto però è occupato dalle Grotte di Toirano con 79 mila visitatori, e il nono da Borgio Verezzi con 20.768. Se si sommassero i visitatori delle due grotte del Savonese, si sfiorerebbero le 100 mila unità l’anno. Un numero importante, per una nicchia turistica, che fortunatamente non conosce crisi, su un totale di 52 grotte visitabili, presenti sul territorio nazionale. Secondo i dati riportati su 24 Ore, tutte le grotte visitabili, garantiscono un flusso annuo di 1,5 milioni di turisti, per un giro d’affari, tra introiti diretti e indiretti, di 25 milioni di euro, ed un’occupazione calcolata in circa mille addetti, che a vario titolo lavorano per garantire la fruibilità delle grotte. Gli addetti ai lavori, indicano nella primavera, l’alta stagione dei visitatori, per le numerose presenze scolastiche, anche se per le grotte che si trovano nei pressi delle località di mare, l’estate rappresenta un’importante e costante riserva di turisti. Accade infatti che, durante la loro permanenza nelle località rivierasche, approfittino della vicinanza delle grotte per andare a visitarle. E’ il caso soprattutto per le due grotte savonesi, a pochi passi dalla costa e facilmente raggiungibili: vero diversivo stimolante alle giornate trascorse sotto l’ombrellone. Inoltre poche province in Italia, possono vantare la presenza di due grotte visitabili, poco distanti tra loro, con percorsi che si snodano all’interno per centinaia di metri, tra paradisi sotterranei tutti da scoprire e ammirare. Le Grotte di Toirano, aperte per la prima volta al pubblico nel 1953, sono una vera «capsula del tempo», capace di riportare i visitatori alla preistoria, come ad esempio la grotta di Basura, la più spettacolare, dove trovò rifugio per millenni l’orso delle caverne. E poi, l’antro di Cibele, con meravigliose formazioni di alabastro e la grotta di Santa Lucia inferiore con la sala del Pantheon, il Corridoio degli Alabastri e la sala dei Capitelli. Le Grotte di Borgio Verezzi, aperte al pubblico nel 1970, sono un paesaggio fiabesco costruito dalla pioggia, con cinque chilometri di caverne scoperte nel tempo dagli speleologi, di cui 800 metri aperti ai visitatori. Tutti gli ambienti della grotta di Valdemino sono un vero spettacolo, dal «Manto di S.Martino» alle «Campane dei Mari», dal «Castello» al «Laghetto delle Fate». E poi: il «Canyon rosso», il «Candelabro», «il «Busto di Papa Giovanni», «la «Pagoda» o il «Piede di Gulliver».
michele costantini