ebook di Fulvio Romano

giovedì 27 agosto 2015

Savona. Sulla A10 piovono cinghiali...

LA STAMPAweb

Savona

ordinanze per vietare di dare cibo agli animali firmate a cairo, finale ligure e savona

Cinghiale finisce sull’A10

e provoca un incidente

Ferito un automobilista che se lo è trovato davanti all’uscita di una galleria 

molti ungulati sono arrivati a passeggiare tranquillamente nei centri storici, devastando le aiuole, come accaduto a Varazze nel centro commerciale “Corte di mare”, o scorrazzando tranquillamente sotto gli occhi di residenti e turisti, come a Savona alla foce del torrente Letimbro, o nel Finalese. E a volte capita che addirittura “piovano” letteralmente dall’alto.

La disavventura è capitata nei giorni scorsi ad un automobilista sull’autostrada “A10” tra i caselli di Varazze e Celle: mentre viaggiava verso Savona, intorno alle tre di notte, un uomo alla guida di una Smart si è visto piombare davanti all’auto un grosso cinghiale. L’animale era caduto da sopra l’imboccatura di una galleria dell’autostrada, poco prima del casello di Celle, forse dopo aver attraversato un cespuglio senza rendersi conto che oltre c’era il vuoto, precipitando sull’asfalto proprio mentre sopraggiungeva l’auto. Il conducente non ha neppure fatto in tempo a frenare e si è schiantato contro il cinghiale: macchina distrutta e automobilista per fortuna ferito in modo lieve, anche se in stato di choc. Sul luogo dell’incidente, al chilometro 30+100, sono accorsi polstrada e ausiliari di Autostrade per l’Italia.

Non c’è carrozziere che in officina non abbia dovuto mettere le mani almeno su un’auto danneggiata in un incidente: «Ormai i cinghiali sono dappertutto – conferma Graziano Bittante, titolare della carrozzeria “Niki” di Celle -, capita spesso che arrivi qualche cliente con il cofano o il paraurti danneggiati dopo aver investito un cinghiale. Il problema è che teoricamente si potrebbe ottenere un risarcimento, ma la trafila è complessa: bisogna chiamare i carabinieri o la polizia municipale per rilevare l’incidente, "sperando" che l’animale sia rimasto ucciso. Senza contare che poi la carcassa dell’ungulato deve essere presa in consegna dai veterinari dell’Asl per essere smaltita secondo la legge. Se invece è solo ferito, e ovviamente è fuggito nel bosco, diventa difficile dimostrare l’incidente e fare richiesta di risarcimento alla Provincia».

Mentre gli agricoltori sono disperati per i danni alle coltivazioni, gli ungulati si spingono fino nei centri abitati. Daini e caprioli sono generalmente più timidi, mentre i cinghiali hanno ormai superato il timore dell’uomo e circolano indisturbati nelle aiuole. In Valbormida, costante quanto i danni, c’è però l’abitudine dura a morire di trattare i cinghiali come gattini e alimentarli con gli avanzi della cena degli umani, che ignoti abbandonano a bordo strada. Tanto che, ad aprile, il sindaco di Cairo, Fulvio Briano, era stato costretto a firmare un’ordinanza per vietare ai cittadini di sfamare con il pane la fauna selvatica nei giardini pubblici di Ferrania, in via Gramsci. Un provvedimento motivato da motivi di igiene, sanità e pubblica incolumità. Stessa cosa è avvenuta a Savona e a Finale Ligure.