Italia
È un appello al disarmo bilaterale quello che arriva da Walter Veltroni alla vigilia della direzione Pd. Il fondatore del partito, intervistato da Lucia Annunziata chiede un passo indietro sia a Matteo Renzi che ai suoi avversari per scongiurare il rischio di un centrosinistra diviso, e perdente, alle prossime elezioni. Bisogna evitare, dice, «un ritorno a Ds e Margherita, ma più deboli, quasi una caricatura del passato», una versione «bonsai. Dividersi è da irresponsabili, sarebbe un errore storico incalcolabile».
E allora, Renzi deve «includere, anche quelli più lontani: accetti le osservazioni più dure, così si sta in una comunità». La vocazione maggioritaria, poi, non è autosufficienza: «Si può e si deve cercare di costruire alleanze al centro e a sinistra. In altri anni si è arrivati fino a Mastella...». Renzi oggi in direzione Pd dica che prima del voto vanno approvati Ius soli e biotestamento, «sarebbe un segnale di apertura molto importante». E poi: «Si inviti a un tavolo Grasso e le altre forze».
Ma Veltroni critica anche gli ex Pd. «Mi colpisce l’acrimonia verso Renzi dall’esterno. Tutti devono capire che c’è un limite, se si apre una guerra a sinistra saremo tutti più deboli». Veltroni fa nomi e cognomi: «Conosco bene D’Alema e Bersani: non sono estremisti. Devono smetterla di dire no ad alleanze con il Pd se c’è Renzi. E’ sbagliato». Anche perché, conclude, saranno gli elettori a decidere le leadership: «Si può stare in una coalizione nella quale ci sono diverse leadership. Saranno le elezioni a decidere chi debba prevalere».
Alessandro Di Matteo