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Il Papa che va in un negozio di via del Babuino per cambiare le lenti degli occhiali («la montatura no, non voglio spendere») provocherà il solito mezzo infarto in qualche miope della Curia che gli occhiali se li farebbe arrivare volentieri in Vaticano su un baldacchino portato a braccia da quattro ottici.
Francesco è come Gorbaciov, che piaceva più agli anticomunisti che all’apparato del partito. L’ala conservatrice della Chiesa gli imputerà di avere ostentato un atto di normalità e di avere sacrificato il buon senso economico sull’altare del pauperismo: quanti operai perderebbero il lavoro se nessuno cambiasse più le montature? Ma a un laico allergico alle gerarchie il gesto di questo Papa che vede lontano piace moltissimo. Il mondo degli uomini è un luogo ridicolmente pomposo, dove le persone vengono valutate in base alla poltrona che occupano, e i privilegi sono impugnati come clave da qualunque nullità sia riuscita a strappare a suon di lappate uno strapuntino di potere. L’ultimo dei mediocri in possesso di una mostrina si sente in diritto di guardarti dall’alto in basso, tranne strisciare come un verme quando i casi della vita gli strappano le insegne di dosso. Bergoglio manda un messaggio rivoluzionario: non conta che ruolo hai, conta chi sei. Tanto che lui è disposto ad abdicare al ruolo di Papa pur di rimanere se stesso. Proprio vero che l’abito non fa il monaco. Con Francesco è il monaco che torna a fare l’abito.