Economia
all’appello mancano 600 enti: 18 settembre ultima data possibile per la pubblicazione delle aliquote
all’appello mancano 600 enti: 18 settembre ultima data possibile per la pubblicazione delle aliquote
Tasi, per una famiglia su due
il conto sarà più caro dell’Imu
Gli ingorghi, i rinvii, le proroghe. Adesso è il momento dei conti. I primi, parzialissimi. Eppure in grado di fotografare gli effetti e i paradossi della Tasi: secondo il Servizio Politiche Territoriali della Uil per una famiglia su due la nuova tassa sarà più cara dell’Imu saldata nel 2012.
La premessa è indispensabile: paragonare i due tributi è complesso, perché la Tasi, a differenza dell’antenata, non presenta detrazioni nazionali uguali per tutti. La scelta è nelle mani dei Comuni, che mai come in questo caso sono andati in ordine sparso: gli analisti del sindacato stimano almeno 75mila combinazioni possibili. Alcuni sindaci, tra l’altro, ancora non hanno deciso: sul sito del ministero delle Finanze manca all’appello il 7% dei municipi, circa 600. Per la pubblicazione delle delibere c’è tempo fino al 18 settembre, poi scatterà la tagliola: i cittadini dovranno pagare in un’unica soluzione (il 16 dicembre) con l’aliquota base dell’1 per mille. La riscossione, dove non si è pagato già a giugno, è invece prevista per il 16 ottobre, termine per la prima rata, mentre il saldo va pagato entro il 16 dicembre.
Pochi sono riusciti a tenere l’aliquota al minimo: Aosta, Trento, Nuoro, Matera. Qualcuno, come Olbia, Ragusa e Positano ha fatto di più, azzerando l’imposta. Esempi isolati: la media applicata dagli 84 capoluoghi monitorati dalla Uil è pari al 2,57 per mille. Risultato: il 51,8% delle famiglie si troverà a pagare di più di quanto fatto due anni fa per l’Imu. Nel dettaglio, l’esborso medio per la Tasi sarà di 211 euro, mentre nel 2012 fu di 222. «Dalle nostre proiezioni emerge che per una casa accatastata in A/3 (abitazione di tipo economico) su 168 famiglie per 103 di esse (il 61,3% del totale del campione) la Tasi è più pesante dell’Imu - ragiona il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy-. Per un appartamento in A/2 (abitazione di tipo di civile) su 168 famiglie per 71 (il 42,3% del totale del campione), la Tasi risulta essere più pesante dell’Imu 2012».
Il conto più salato, dunque, tocca ai nuclei meno abbienti. «Questo perché - spiegano dal Codacons - per effetto delle minori detrazioni, chi possiede una abitazione con rendita catastale modesta si troverà a pagare di più, mentre chi è proprietario di un immobile di prestigio sarà avvantaggiato. Il gettito finale potrebbe addirittura essere inferiore rispetto all’Imu 2012». È l’ultimo paradosso. «Se questi sono i risultati - dice Loy - ci chiediamo se è valsa la pena dibattere un anno sul tormentone Imu. Si cambiano i nomi, ma non si cambiano l’effetto che le imposte hanno sulle tasche dei cittadini e in particolare di coloro che vivono con redditi fissi».
giuseppe bottero