ebook di Fulvio Romano

mercoledì 3 settembre 2014

Renzi-Scuola: "scatti sul merito". Basta "supplentite " ( se non altro lo si ricorderà per lo sforzo sui neologismi...)

LA STAMPA

Italia

Renzi: “Scatti

nella scuola

basati sul merito”

Oggi al via la consultazione on line sulle nuove linee guida

Agli insegnanti, la promessa di superare la «supplentite», ma in cambio di una «svolta enorme», cioè scatti di carriera «basati sul merito e non semplicemente sull’anzianità». Ai presidi, la richiesta «di fare di più, aumentandone competenze e responsabilità», dando in cambio però strutture amministrative più snelle grazie alla digitalizzazione; e a famiglie e ragazzi la proposta di esprimersi sulle idee del governo «sui temi oggetto di insegnamento», le materie che vanno «dalla storia dell’arte alla musica, dall’inglese al coding». A tutti, l’invito a dire la propria opinione, perché «dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo tutti, a cominciare dagli studenti», visto che «si tratta di proposte, non di diktat prendere o lasciare».

L’appuntamento per conoscere il «nuovo patto educativo» sulla scuola è per oggi, alle 10, sul sito passodopopasso.italia.it, sorta di diario di bordo del governo presentato un paio di giorni fa: ma già ieri, sulla Enews, la sua tradizionale newsletter, il premier Matteo Renzi, facendo il punto sulle cose fatte e le sfide da affrontare (dalla visita lampo di agosto in Iraq alle riforme da realizzare) ha anticipato alcuni punti chiave di quello che, appunto, battezza «nuovo patto educativo», tenendosi alla lontana dalla definizione di «ennesima riforma della scuola».

Un provvedimento messo a punto con il ministro Giannini che doveva arrivare in Consiglio dei ministri nelle sue linee guida già il 29 agosto, venerdì scorso, alla prima riunione dopo la pausa estiva: rinviato, arriverà oggi non tramite conferenza stampa ma con la pubblicazione sul sito. Saranno, spiega il premier, «alcune idee nel merito per rendere la scuola sempre più strumento di crescita per il giovane cittadino, ma anche strumento di crescita per il Paese», visto che l’Italia tra vent’anni «non sarà come l’avranno fatta i decreti attuativi della ragioneria dello Stato o le interviste dei ministri o gli editoriali dei professori», ma come l’avranno fatta «le maestre elementari, gli insegnanti di scuola superiore, le famiglie che sono innanzitutto comunità educanti». E allora, promette Renzi, «metteremo più soldi» in un settore che giudica così cruciale, «ma facendo comunque tanta spending review: perché educare non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili soprattutto nei settori chiave». Nella legge di stabilità, anticipa, si troveranno le prime risorse, poi da gennaio arriveranno «gli atti normativi conseguenti», mentre continueranno gli investimenti anche sull’edilizia scolastica, annunciati all’inizio del suo mandato da presidente del Consiglio.

«Chi mi conosce dai tempi di Firenze sa che per me la scuola è alfa e omega di tutto», torna a ribadire, «solo che la scuola non si cambia con un decreto, ma coinvolgendo famiglie, studenti, insegnanti, presidi, tecnici, amministratori locali»: tutti invitati a esprimersi, allora, un modello già sperimentato con le consultazioni fatte in occasione del decreto sulla Pubblica amministrazione. Obiettivo, quello di un provvedimento che prudenzialmente il premier non chiama riforma («il nome di patto educativo è già un buon indizio», approva il capogruppo di Per l’Italia Dellai, piuttosto che «il fardello di un’ennesima riforma») che possa rinnovare, far crescere, valorizzare la scuola. Meglio di come è stata finora, visto che, chiarisce Renzi nella lunga newsletter, «io non ho fatto il tifo per la rottamazione perché volevo fare qualcosa di nuovo rispetto a quelli di prima. Io ho fatto il tifo per la rottamazione perché volevo fare qualcosa di meglio rispetto a quelli di prima».

Francesca Schianchi