Asti
Moscato: c’è l’intesa
Restano i mugugni
Accordo biennale, uve pagate 10,65 al miriagrammo
Accordo biennale, uve pagate 10,65 al miriagrammo
Alla fine l’accordo è stato siglato: le uve moscato della vendemmia 2014 saranno pagate 10,65 al miriagrammo, la resa è di 107 quintali ettaro e la quota di riserva per blocage/deblocage di 8 quintali. A cui si aggiungono i 5 quintali da destinare agli aromatici. Durata 2 anni, con la premessa che per il 2015 il prezzo dovrebbe salire a 10,70 e l’estate prossima, alla luce delle richieste di mercato, si discuterà la resa, partendo dai 100 quintali del disciplinare.
Per i dettagli vari dell’intesa, in queste ore sono al lavoro i funzionari dell’assessorato all’Agricoltura, ma la sostanza è quella. Accordo che non lascerà certo tutti soddisfatti, ma fa tirare un sospiro di sollievo agli agricoltori che almeno ora hanno un dato certo. Ieri ancora, nel primo pomeriggio c’erano facce scure alle cantine dove erano iniziati i ritiri e «mugugni» sul fatto che si arrivi ogni anno sempre all’ultimo momento. Questa volta l’ultima parola, dopo il tira e molla della notte di mercoledì, è spettata agli industriali. Poco propensi a salire nel prezzo e intenzionati a portare a casa un accordo almeno biennale. Una novità sostanziale in questo accordo c’è: non comprende le trattenute per le associazioni. Ma attenzione: su questo punto chissà che l’anno prossimo non si torni a discutere. Con la trattenuta è scomparsa anche la piccola e simbolica quota di 0,30 centesimi, un riconoscimento ai viticoltori dei «sorì», i vigneti più impervi, con pendenze tali che consentono solo lavorazioni manuali. Di questa «voce», in tutti gli incontri della Paritetica non si è neppure parlato. Oggi sarà il tempo dei commenti articolati, ma intanto da parte di Carlo Ricagni e Luca Brondelli della delegazione di Agrinsieme, arrivano le prime considerazioni: «Avremo certamente preferito 110 quintali quest’anno e pensiamo che il meccanismo del blocage/deblocage verrà utilizzato durante l’inverno, aumentando così di fatto la resa». Dice ancora Brondelli. «E’ passata la linea più logica, da noi sostenuta. Maggiore resa e durata almeno biennale, anche se avremmo preferito un accordo fino al 2016». In casa Coldiretti non si fa festa, «nel chiudere un accordo che non soddisfa tutti ed è nato male fin dall’inizio e non per colpa nostra», come spiega il presidente astigiano Roberto Cabiale, aggiungendo però che «è prevalso il senso di responsabilità». Infine Giovanni Satragno della Produttori: «L’accordo è frutto della mediazione dell’assessore Ferrero e va bene così, ma si sappia che fin dall’inizio da una parte c’erano industriali veri e “agroindustriali” e dall’altra noi e la Coldiretti». E ancora: «Agrinsieme aveva già accettato il prezzo di 10,5 al miria, con la nostra insistenza i viticoltori prenderanno di più». Frecciate e polemiche in questo strano mondo del moscato non mancano mai, ma intanto ora si guarda alla vendemmia. Forse con uno spirito più sereno, soprattutto se i «moscatisti» confrontano le loro rese con quelle di chi produce uva barbera, dolcetto o grignolino.
enrica cerrato