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mercoledì 3 settembre 2014

Piemonte. L'estate piovosa e fredda è costata 40 milioni

LA STAMPA

Cronaca

L’estate fredda

è costata 40 milioni

La Regione: per i danni alle opere pubbliche

le grandi piogge di luglio e agosto hanno causato almeno 40 milioni di danni alle infrastrutture stradali del Piemonte. La stima è stata effettuata dalla regione sulla base delle valutazioni del costo degli interventi di ripristino ritenuti necessari da parte della protezione civile. È questo il conto che il presidente Sergio Chiamparino allegherà alla richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale presentata nelle score settimane al premier Matteo Renzi e al capo della protezione civile nazionale Franco Gabrielli.

Le aree più colpite

La protezione civile regionale e l’intera macchina di pronto intervento coadiuvata dal sistema dell’Anti Incendi Boschivi hanno raccolto le segnalazione di 149 amministrazioni comunali e provinciali che hanno messo in evidenza danni alle opere pubbliche. Tra le zone maggiormente colpite i comuni pedemontani del pinerolese e poi Lanzo, Ceronda, Casternone, Caravino, Cafasse e Casalborgone. Infine il chivassese colpito, l’8 agosto, da una tromba d’aria che ha scoperchiato case e creato notevoli danni alla viabilità e al servizio di erogazione dell’energia elettrica. Ma frane, smottamenti e allagamenti hanno interessato anche il comune di Pallanzeno nel Verbano-Cusio_Ossola, e poi Cerrione, Sandigliano e Soprana nel Biellese; Dronero, Bernezzo, Caraglio, Caramagna Piemonte, Piozzo e Revello in provincia di Cuneo e Orba e Ovada nell’alessandrino.

I dati dell’Arpa

L’analisi dettagliata dell’Arpa Piemonte ha permesso di classificare il mese di luglio 2014 quale il più piovoso degli ultimi 60 anni. I dati raccolti dall’agenzia regionale di protezione ambientale dimostrano come sia stata raggiunta una media pluviometrica di circa due volte superiore rispetto ai parametri di riferimento (periodo compreso tra il 1971 e il 2000). E luglio ha fatto anche registrare le temperature più rigide mai registrate nello stesso periodo negli ultimi 57 anni. Una situazione eccezionale dal punto di vista del meteo ma secondo l’assessore regionale Alberto Valmaggia «siamo riusciti a evitare danni alle persone, alle abitazioni e alle opere pubbliche in misura ben maggiore di quanto sarebbe potuto avvenire se questo territorio non disponesse di un servizio di protezione civile e di un sistema di monitoraggio ambientale invidiabile in tutto il Paese».

Superare patto stabilità

Ecco perché il Piemonte si aspetta che la richiesta al Governo del riconoscimento dello stato di calamità abbia un’immediata risposta anche se Valmaggia sottolinea la necessità di un intervento di Palazzo Chigi non solo di carattere economico: «Tra le tante denunce che giungono dal territorio, c’è anche quella dei Comuni che, forti di disponibilità di cassa che potrebbero essere utilizzate per opere a tutela del territorio, si trovano nell’impossibilità di impiegare le stesse a causa dei vincoli del patto di stabilità».

Secondo l’assessore occorre rivedere «al più presto le regole generali con cui si fa tutela del territorio». Una richiesta che il Piemonte intende supportare con forza anche «perchè - ricorda Valmaggia tra pochi mesi celebreremo il triste ventennale dell’alluvione del 1994».

MAURIZIO TROPEANO


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