ebook di Fulvio Romano

giovedì 11 settembre 2014

Belpoliti: oggi paghiamo il conto della Milano da bere

LA STAMPA

Economia

L’Italia del 1984

Oggi paghiamo

il conto della

Milano da bere

Come si sa il gambero normalmente non cammina all’indietro, solo in presenza di un pericolo. Così ha cominciato a fare l’Italia. Si va indietro, al 1984 – data fatidica –, per scoprire che l’attuale caduta dei redditi ci riporta a un’epoca trascorsa della nostra storia. Un anno prima era scoccata l’ora di Bettino Craxi, primo socialista Presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana.

Ma il 1984 è anche l’anno dell’atto costitutivo della Lega Lombarda; le occorreranno dieci anni per diventare partito di governo con Berlusconi. Nello stesso periodo secondo il Censis il paese è di nuovo in una fase di crescita, uscendo dalla recessione. In televisione va in onda Aboccaperta con Gianfranco Funari, il papà dei telepredicatori, mentre Sandra Milo, fatina socialista, presenta Piccoli fans, micro-festival per bambini. Non so se questo ritorno all’indietro ci può consolare, perché, nonostante la “Milano da bere”, e i miti a essa legati, gli anni Ottanta non sono stati, come normalmente si crede, anni ruggenti. Anni di accrescimento economico, questo sì, anche se attraversati da conflitti sociali aspri contro la sterilizzazione della “scala mobile” (vi ricordate il termine?), con Visentini che varava un progetto di riforma fiscale accluso accertamento induttivo per evitare l’evasione degli autonomi. La leggenda riguardo le vacche grasse dell’epoca trascurano un dato di cui ci accorgiamo solo ora: l’aumento vertiginoso della spesa pubblica. Facevamo debiti, i nostri “pagherò”, che ora arrivano, almeno in parte, all’incasso. Il welfare italiano, di cui abbiamo beneficiato tutti, si finanzia con i contributi previdenziali e non con l’imposizione progressiva. I soldi arrivano nelle tasche di tutti, ma sono i ceti-medio alti a usufruirne di più, ricordano gli storici dell’epoca. Tra gli anni Settanta e il 1984 quello che cambia davvero è l’aumento del cosiddetto “terziario”, su cui si è appoggiata enfaticamente la crescita economica nell’ultimo ventennio. Nel febbraio del 1984 Ciriaco De Mita, “intellettuale della Magna Grecia”, come l’aveva definito Gianni Agnelli, nella commissione parlamentare per le riforme istituzionali propone un patto di legislatura e un premio di maggioranza. Lo stesso anno nelle sale arriva “La chiave” di Tinto Brass. A Venezia, alla Biennale, il critico d’arte Maurizio Calvesi presenta gli “anacronismi”. A passo di gambero verso l’abisso? 1984: mentre esplodono i ristoranti cinesi, la chiesa cattolica condanna ufficialmente gli oroscopi. Trent’anni dopo il loro posto in tv è stato preso da MasterChef. La gastromania ha sostituito l’astrologia.

Marco Belpoliti


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