Cuneo
Prezzo del moscato, trattativa spigolosa
Ieri si era ad un passo dall’accordo poi tutto è ripartito da capo: posizioni lontane
Ieri si era ad un passo dall’accordo poi tutto è ripartito da capo: posizioni lontane
«Alto mare». A volte un sms sa essere più incisivo di mille dichiarazioni e comunicati stampa. E quello inviato ieri intorno alle 18 dall’assessore regionale Giorgio Ferrero a chi gli chiedeva come stava andando la riunione paritetica per discutere di prezzi e rese delle uve Moscato, non lasciava spazio a interpretazioni: dopo due ore di discussione, l’accordo sembrava ancora molto lontano, lasciando presagire una lunga nottata di scontri e trattative tra industriali e rappresentanti degli agricoltori.
E dire che la giornata sembrava essere partita con il piede giusto, con la convocazione d’urgenza a Torino di tutti gli attori e l’idea che forse si sarebbe trovato un gusto compromesso. Per capire quale, occorre fare un passo indietro. E ritornare a inizio agosto, quando la parte industriale aveva lanciato la sua proposta: resa ettaro a 110 quintali, col meccanismo del blocage-deblocage per altri 5 quintali se durante l’anno ci sarà necessità di fare più prodotto, e un prezzo di 105,50 euro al quintale.
Ma senza trattenuta di un euro al quintale per la promozione e le associazioni, come invece era l’anno passato, e una durata triennale. «Agrinsieme Moscato», che raggruppa la «Cia», «Confagricoltura» e «Alleanza Cooperative», si era detta disponibile a firmare l’offerta, ma Coldiretti e Produttori Moscato si erano messe di traverso, creando una forte spaccatura all’interno del mondo sindacale.
La scorsa settimana la frattura sembrava essersi ricomposta, con una bozza in linea di massima approvata da tutte le parti agricole che prevedeva un prezzo tra i 106,50 e i 107 euro al quintale e una resa ettaro a 110 quintali (più meccanismo del blocage-deblocage per altri cinque quintali) e durata di un solo anno.
Ma questa volta sono stati gli industriali a nicchiare e così è toccato all’assessore Ferrero iniziare quel lavoro di mediazione che ha portato alla convocazione urgente di ieri pomeriggio.
Ma evidentemente qualcosa è andato storto e la discussione è andata avanti fino a tarda sera, nella speranza di arrivare a un’intesa.
«Siamo all’anno zero, si riparte dall’inizio» erano i commenti di ieri in piena trattativa. Che la tensione sia salita alle stelle lo dimostra anche un piccolo episodio avvenuto ieri mattina a Santo Stefano Belbo, dove sui muri di cinta della casa spumantiera Martini e Rossi è comparsa la scritta «Pidocchi, andate via dal mondo del Moscato». Subito cancellata, con tanto di denuncia contro ignoti.
Ma il malumore è sempre più forte anche tra i viticoltori, che la prossima settimana inizieranno a raccogliere i primi grappoli d’uva.
«Chi lavora la terra ha assolutamente bisogno di questo accordo e non capisce il motivo di questo lungo e inutile tira e molla su pochi centesimi» dice l’agricoltore Cesarino Sandri di Madonna Como, ad Alba. Una voce che diventa rapidamente un coro: «Quest’anno abbiamo già il tempo contro, non possiamo permetterci di assistere anche alle loro liti». La notte avrà portato i giusti consigli?
ROBERTO FIORI