ebook di Fulvio Romano

sabato 17 agosto 2013

Virtù italiane a Marghella... Con buona pace del sempre greve Salvini...

LA STAMPA

Cultura

La sconfitta del cinismo

Il rischio è quello solito, di fronte ad una buona azione: scivolare, raccontandola, nella retorica più trita. Ma in giornate segnate da guerre civili e femminicidi a grappoli, da polemiche su sentenze contestate e tetri bilanci di un’altra estate in rosso, sarebbe delittuoso non riuscire a sconfiggere - almeno per un momento - la rassegnazione e il cinismo.

Rassegnazione e cinismo che paiono aver intrappolato questo Paese: e lasciar passare così - come fosse un atto dovuto, normale - la catena umana di bagnanti e turisti che su una spiaggia siciliana, non lontana dai lidi così cari a Montalbano, ha probabilmente salvato la vita a decine di donne e bambini provenienti dalla Siria.

È accaduto proprio nel giorno di Ferragosto sulla spiaggia di Marghella, vicino Pachino, e le immagini dell’irrituale salvataggio hanno rapidamente fatto il giro del mondo: per una volta, fotogrammi che non rimandano ai soliti «vizi italiani» ma a qualche virtù - la solidarietà, per dirne una - non ancora del tutto soffocata dai tempi bui che attraversiamo.

Anche a Giorgio Napolitano - presidente da anni alle prese con brutte faccende - non deve esser parso vero poter spendere (finalmente!) qualche parola si soddisfazione e orgoglio: «Le immagini delle decine di bagnanti che si sono spinti generosamente in mare per aiutare profughi provenienti dalla Siria... mostrano come di fronte alla tragedia di quanti cercano asilo fuggendo da guerre e persecuzioni, prevalga negli italiani un senso di umanità e solidarietà più forte di ogni pregiudizio e paura».

E intendiamoci: non è che sia poi così scontato che quei sentimenti prevalgano - o comunque riescano ancora a manifestarsi, ogni tanto - sotto il quotidiano bombardamento fatto di «dagli all’immigrato» e «rispediamo i negri a casa». Per dire: ieri Matteo Salvini - leghista non ancora pentito - ha commentato con un mix di populismo e volgarità le parole del Presidente. «Che palle! Ora quegli immigrati li manterrà il signor Napolitano? A quando, caro ex comunista, una catena umana per aiutare i quattro milioni di disoccupati italiani?».

Salvini è il segretario della Lega Lombarda eppure conosce davvero poco - evidentemente - la realtà nella quale lavora: ieri, infatti, il ministero dell’Interno ha reso noti i dati degli stranieri regolari - regolari, non clandestini - presenti nel nostro Paese, e risulta che quasi mezzo milione di loro (457mila, per la precisione) risiede e lavora a Milano. Insomma, mentre il Carroccio - tra una lite e un investimento in diamanti - batte la grancassa demagogica dell’immigrazione clandestina, Milano gli cambia sotto gli occhi, diventa ancor più cosmopolita e magari, tra qualche anno, sarà come Londra: dove tra i nuovi nati il nome proprio più diffuso oggi è Mohammed...

Ma così vanno le cose in un Paese nel quale freschi ex ministri paragonano ad un orango ministri in carica, perché di colore: irrazionalità e volgarità sembrano farla da padrona. Poi, d’improvviso e per fortuna, capitano giornate come quella vissuta sulla spiaggia di Pachino, Siracusa: una catena umana per salvare profughi che fuggono dalla guerra e dalla miseria. Una catena umana alla quale, probabilmente, hanno partecipato molti turisti provenienti dal nord. Qualcuno, magari, è perfino elettore leghista: ma nessuno lo dica al giovane Salvini, per carità...

Federico Geremicca


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