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lunedì 12 agosto 2013

Pensione dipendenti pubblici: 200 mila esodi volontari per over 57 ...

Pensione dipendenti pubblici: 200 mila esodi volontari in un piano del governo

Messaggero  |  Pubblicato:   |  Aggiornato: 12/08/2013 08:51 CEST


Tagliare 200 mila posti nel pubblico impiego. E raccogliere circa 2 miliardi di euro. Sarebbe questo il piano del governo Letta, secondo un articolo pubblicato sul Messaggero. Non si tratterebbe di licenziamenti, ma di prepensionamenti per gli over 57.

Duecentomila. Anche se il numero esatto non è stato ancora individuato, semplicemente perché manca ancora una verifica generale delle piante organiche. Ma è questo l'ordine di grandezza sul quale stanno lavorando discretamente i tecnici del ministero del lavoro insieme a quelli del Tesoro e della Funzione Pubblica. Un numero intorno al quale, il condizionale è d'obbligo,dovrebbe scattare la riduzione degli addetti alla macchina statale. Un taglio incisivo che, qualora andasse in porto, andrà a incidere profondamente su una platea di oltre tre milioni di quadri, operai e impiegati. E che avrà una durata almeno di 3 anni.

Attenzione, nelle ipotesi allo studio non è previsto nessun licenziamento, ma esodi (non agevolati) per i dipendenti over 57 che attualmente sono condannati (si fa per dire) a restare al lavoro per gli effetti della riforma previdenziale di Elsa Fornero che allunga i tempi di pensionamento. Dipendenti che comunque hanno un costo rilevante per le casse dello Stato.

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha già avviato informalmente i primi sondaggi con le organizzazioni sindacali per valutare l'impatto sociale dell'operazione. E per capire se andare avanti o no.Perché c'è chi - è scontato - punterà i piedi sottolineando come, negli ultimi anni, i dipendenti pubblici abbiano visto decurtate le loro retribuzioni, causa il blocco dei contratti. E c'è chi - forse con più realismo - immagina una macchina statale più efficiente, meno ridondante e meno dispendiosa.

Il progetto pure per grandi linee, sarebbe già sul tavolo del premier, Enrico Letta, o starebbe per finirci. Di certo i tecnici di Saccomanni lo hanno studiato a fondo. L'impatto sarebbe a costo zero in quanto gli esodi dei "lavoratori anziani" avverrebbero su base volontaria in cambio , per loro, di una possibile ricollocazione nel sistema previdenziale pre-Fornero. Anzi, permetterebbe di recuperare cospicue risorse da impiegare per il finanziamento della contrattazione di secondo livello in tutti i settori dell'apparato statale.

Possibile che il confronto governo-sindacati sul delicatissimo tema scatti a settembre, allorché il ministro, Giampiero D'Alia, incontrerà i vertici dei rappresentanti dei lavoratori per avviare la trattativa sul rinnovo dei contratti. Il titolare della Funzione pubblica, pur confermando il blocco degli stipendi, si è impegnato ad individuare un'intesa sulla parte normativa e a cercare, pur tra mille difficoltà, nuove risorse per le retribuzioni congelate ormai da 7 anni.

Libertà di prepensionamento anche per i privati. Anche le aziende private potranno decidere di mandare in prepensionamento il personale che, a causa della crisi economica o per altri motivi, risulta in eccedenza. Come riporta il quotidiano Italia Oggi.

Si chiama procedura di esodo volontario ed è prevista nella riforma Fornero. Pochi giorni fa l’Inps ha diffuso le regole applicative. Ora le aziende possono cominciare a fare i loro calcoli. In sostanza possono anticipare di quattro anni il pensionamento dei propri dipendenti (se questi sono d’accordo), ma dovranno versare all’Inps ogni mese l’importo dell’assegno che l’Inps girerà all’ex dipendente fino al raggiungimento del diritto ordinario alla pensione, più il 33% dei contributi previdenziali calcolati sul valore precedente. Il lavoratore uscirà dall’azienda, ma potrà cumulare l’assegno Inps con eventuali altre retribuzioni, nel caso riuscisse a trovare un nuovo impiego; o lo potrà cumulare con il reddito di lavoro autonomo, laddove dovesse decidere di fare impresa o consulenza da sé (anche co.co.co.).