ebook di Fulvio Romano

martedì 22 luglio 2014

Riotta: quei corpi accusano l'Europa

LA STAMPA

Cultura

Quei corpi

accusano

l’Europa

Nell’Iliade, l’epica greca celebra le onoranze funebri ai defunti come comandamento etico del mondo classico: il poema si conclude, nella traduzione di Monti, con «questi furo li estremi onor renduti al domator di cavalli Ettorre». E nel dialogo tra il Re troiano Priamo, che gli chiede il corpo straziato del figlio Ettore, e il crudele guerriero mirmidone Achille, i due eroi trovano un momento di comune compassione umana, al di là del conflitto feroce in corso. Da Omero alle tregue della I guerra mondiale per recuperare i caduti, fino al credo del corpo Usa dei Marines non lasciare mai un compagno indietro, vivo o morto che sia, e alle donne che corrono al Santo Sepolcro per accudire il cadavere di Gesù, trovandolo risorto, il valore del corpo delle vittime è cruciale nella nostra cultura. Troppo tempo, ahinoi, sembra dividerci dai classici cui facciamo risalire, con trascurata arroganza, le radici della civiltà, se i cadaveri dei 298 esseri umani del volo MH17, travolti dalla ferocia dei separatisti ucraini del capobanda «Bes», guidati da specialisti militari russi, possono giacere sui campi tra Snizhne e Torez, adulti e bambini «di cani e d’augelli orrido pasto» – come ha descritto nel suo impressionante reportage Lucia Sgueglia - e poi venire traslati su vagoni merci, senza che la coscienza di europei e americani sia travolta dallo sdegno. La maggior parte degli innocenti immolati in Ucraina a una folle rivolta, che il leader russo Vladimir Putin, qualunque sia il suo ruolo nella strage MH17, ha incoraggiato, finanziato e fomentato, sono cittadini dell’Unione Europea, che si vanta di essere faro di diplomazia, pace, convivenza. In realtà, mentre la Casa Bianca – che ha sul tavolo, come gli europei, le prove della colpa dei separatisti ucraini e del coinvolgimento diretto dei russi - prova a alzare di un filo il tono, gli europei proseguono nel frusto cerimoniale, feluche e poltrone da occupare, note di ambasciatori consegnate tra un tè e un ballo, attentissimi a non turbare un solo contratto, un appalto, un import-export.

I cadaveri dei nostri concittadini, saccheggiati, sporcati, derubati dai mercenari raccolti in nome di una causa violenta oggi e perdente domani, intenti a occultare sacrileghi le prove del loro criminale intento, saranno nei libri di storia di domani accusa feroce a questa Europa, che fingendo di detestare la guerra e di parlare di pace per far business, stolidamente semina la zizzania della prossima guerra ai confini dell’Unione. Che arriverà e sarà crudele.

Gianni Riotta

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