Mogherini è brava, ma c’è di meglio
L'Economist critica i meccanismi delle nomine europee e fa altre proposte per il responsabile della politica estera
Ilpost.it
http://www.ilpost.it/2014/07/18/economist-unione-europea-mogherini/
Per quanto riguarda il secondo incarico, quello di Alto rappresentante per la Politica estera e la Sicurezza, l’Economist riporta una lunga serie di critiche alla principale candidata, cioè Federica Mogherini, allineandosi di fatto a quanti l’avevano criticata nei giorni scorsi per la sua inesperienza – è ministro da meno di cinque mesi, ed è il suo primo incarico di governo – e per la sua presunta vicinanza alle posizioni del governo russo nei confronti dei rapporti con l’Ucraina.
Scrive l’Economist: «nel suo primo viaggio durante i sei mesi di presidenza dell’Italia dell’Unione Europea [Mogherini] ha visitato prima Kiev e poi Mosca, dove ha parlato di compromesso per la situazione ucraina e ha implicitamente accettato gli interessi della Russia in quella zona». Ancora più grave, secondo l’Economist, è stato l’appoggio di Mogherini al progetto del gasdotto South Stream: un progetto molto controverso – appoggiato dall’Italia e dal presidente del Consiglio Matteo Renzi – che vede la partecipazione di ENI, della francese EDF e della tedesca Wintershall e della russa Gazprom nella realizzazione di un gasdotto che connetterà direttamente Russia e Unione Europea attraverso il Mar Nero e i Balcani, senza passare per l’Ucraina.
L’Economist vede inoltre nei meccanismi di elezione di Mogherini gli stessi che portarono nel 2009 all’elezione per lo stesso incarico di Catherine Ashton, ugualmente criticata all’epoca per la sua inesperienza, e scelta secondo la rivista per dare una specie di contentino all’allora primo ministro inglese Gordon Brown a causa della mancata elezione di Tony Blair, suo connazionale e predecessore, a presidente del Consiglio Europeo. L’elezione di Mogherini, quindi, sarebbe solo un riconoscimento del notevole successo politico del Partito Democratico italiano, il partito più votato d’Europa alle ultime elezioni europee. Ma mentre con Ashton l’Europa la sfangò – «superò le aspettative» e riuscì a ricoprire un ruolo importante nei negoziati con l’Iran e i paesi dell’est Europa, scrive l’Economist – l’incarico di Alto rappresentante è «di quelli grossi» e richiede «esperienza amministrativa e peso politico»: qualità, insomma, che al momento Mogherini non possiede.
L’Economist chiude l’articolo con alcuni suggerimenti:
«al posto della emolliente e poco esperta Mogherini, l’Unione Europea dovrebbe scegliere un astringente pezzo grosso. Una buona scelta sarebbe quella di Emma Bonino, sua connazionale e predecessore. Ancora meglio sarebbero il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski o quello svedese Carl Bildt. L’Unione Europea si è lamentata di non essere sufficientemente presa sul serio nel mondo. Ecco una possibilità per poter cambiare».