LA STAMPA
Economia
la fed lascia i tassi invariati e taglia di altri 10 miliardi gli stimoli all’economia
Ripartono consumi e investimenti
Gli Stati Uniti tornano a correre
L’economia americana torna a crescere a ritmo sostenuto smentendo le più pessimistiche previsioni che davano il Paese condannato a una ripresa sofferente e molto più lenta di quanto sperato, dopo la contrazione del primo trimestre. Da aprile a giugno il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 4%, superando le attese degli analisti. Un balzo alimentato in particolare dai consumi - la componente che incide per il 70% sul calcolo del Pil - che salgono del 2,5%. Bene anche le spese delle aziende, aumentate del 5,9%, le esportazioni sono invece salite del 9,5% e le importazioni dell’11,7 per cento. Il dipartimento del Commercio, ha inoltre rivisto il dato del primo trimestre durante il quale il Pil è calato del 2,1% invece del -2,9% stimato in precedenza. Un cambio di rotta che depone a favore dell’amministrazione alla ricerca di un consolidamento della ripresa e del mercato del lavoro ancora alle prese con qualche difficoltà. «Questo dimostra che le nostre decisioni in merito al sostegno dell’economia stanno ripagando. - spiega Barack Obama - Abbiamo ricominciato a camminare sulle nostre gambe, l’industria manifatturiera e quella dell’auto sono tornate». Secondo il presidente americano «le imprese stanno investendo, e l’energia, la tecnologia e l’auto stanno sperimentando un boom». Il punto tuttavia, sostiene Obama è che l’economia deve funzionare e girare per tutti. Questo significa più lavoro, anche se il tasso di disoccupazione «è sceso ai minimi dal settembre 2008», ovvero dal collasso di Lehman Brothers. Le previsioni tuttavia sembrano offrire una sponda alla Casa Bianca visto che la previsione sul dato di venerdì stima una crescita di 230 mila posti di lavoro con un tasso di disoccupazione al 6,1 per cento. Il ritrovato ottimismo sembra spazzare via i timori paventati dalle cassandre di Wall Street, secondo cui i fondamentali non sono così forti come si riteneva all’inizio dell’anno. A conferma del buono stato di salute dell’economia americana - nonostante la sessione in altalena di ieri di Wall Street - la Federal Reserve prosegue sulla strada della riduzione delle misure non convenzionali a sostegno della crescita. Il Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, ha incrementato il «tapering» di altri 10 miliardi di dollari, portando il Qe a soli 25 miliardi, di cui 15 miliardi di Treasury e 10 miliardi di titoli legati ai mutui. I tassi di riferimento rimangono fermi alla forbice compresa tra lo 0 e lo 0,25% e «resteranno bassi a lungo - assicura la Banca centrale Usa - dal momento che una politica monetaria accomodante resta appropriata». Nessun segnale quindi di un ritocco a breve del costo del denaro, visto che «le aspettative inflazionistiche di lungo termine restano stabili», anche se le chance di un’inflazione persistente sotto il 2% sono diminuite. E forte del sostegno di Pil e Fed, Obama rilancia la sua crociata sul «patriottismo economico»: «Premiare le aziende che vanno all’estero per pagare meno tasse». Le multinazionali sono avvertite.