ebook di Fulvio Romano

giovedì 24 luglio 2014

Aregai, agosto 2011, quel furto di anfore romane...

LA STAMPA

Imperia

imperia l’inchieSTA SI ALLACCIA ALLA TRANCHE PRECEDENTE DENOMINATA «NEMO»

Caso-traffico di anfore, indagato

ex sottotenente della Capitaneria

Nel mirino un’immersione al largo degli Aregai nell’agosto 2011

È Damiano Guerrini, ex delegato di spiaggia a Diano Marina ed ex sottotenente della Capitaneria, il principale indagato dell’ultima tranche di inchiesta sul traffico clandestino di anfore condotta dai carabinieri di Alassio e coordinata dal sostituto procuratore di Imperia Marco Zocco. Un’inchiesta che si allaccia alla precedente, denominata «Nemo» (quella che vede coinvolto anche l’ex ministro Claudio Scajola, trovato in possesso di un’anfora romana risalente al I Secolo Avanti Cristo), che aveva portato all’emissione di 33 avvisi di garanzia. In quest’ultimo filone - ci sono altri nove indagati, compreso Guerrini - è finita nel mirino una strana immersione condotta al largo di Marina degli Aregai nell’agosto del 2011. Diversi sub, tra cui il titolare di un diving di Diano Marina, si erano immersi in un tratto di mare off-limits perchè nei fondali c’è conservato un relitto con il carico di reperti che si erano inabissati probabilmente durante un naufragio. Non solo c’era il divieto di immergersi ma anche quello di solcare quel tratto con imbarcazioni a causa del veto della Sovrintendenza. Invece pare che i sub avessero agito sotto l’egida della Guardia costiera: era presente infatti, quasi a coordinare l’operazione, l’ex sottotenente Guerrini, non si sa ancora bene a quale titolo. L’altro giorno i carabinieri sono andati nella sede della Capitaneria di porto via San Lazzaro, ad acquisire documentazione su delega del pm Zocco. Ora si sta cercando di identificare gli altri componenti dell’equipaggio della motovedetta che aveva fatto d’appoggio. Potrebbero essere emessi nuovi avvisi di garanzia e potrebbe essere contestato il reato di abuso d’ufficio.

Qual’era lo scopo di quell’uscita in mare fatta senza alcuna autorizzazione? Il particolare, che getta inquietanti ombre sul commercio di reperti antichi custoditi nei fondali imperiesi, è scaturito dall’esame dei pc sequestrati dai carabinieri di Alassio all’inizio dell’operazione Nemo. L’indagine è destinata a riservare altre sorprese.

maurizio vezzaro