ebook di Fulvio Romano

domenica 18 agosto 2013

Imperia: le anfore romane e un sub pentito...

LA STAMPA

Imperia

imperia sequestrati anche video delle immersioni clandestine e mappe marine

Inchiesta sulle anfore romane adesso spunta un sub “pentito”

È lui che ha aiutato i carabinieri a individuare il relitto del II secolo a.C.

E’ un sub «pentito», d’Imperia, quello che ha permesso ai carabinieri di scoprire nei giorni scorsi un prezioso sito archeologico al largo di Imperia, dove, a circa 50 metri di profondità, i sommozzatori dell’Arma hanno trovato e repertato grazie alle telecamere, decine di anfore che facevano parte del carico di una nave romana naufragata nel II Secolo a.C.. Il tesoro è solo il punto apicale. Se si inizierà una campagna di scavi i fondali possono riservare sbalorditive sorprese archeologiche. Il collaboratore di Giustizia, se così si può chiamare, ha aiutato gli uomini del maggiore Samuele Sighinolfi a ricostruire la mappa degli oggetti finiti nelle case di diverse persone, soprattutto a Imperia e Diano. Venti finora gli indagati, tra cui diversi sub professionisti. Un’anfora è stata sequestrata nella villa dell’ex ministro Claudio Scajola che la teneva in giardino. Anch’egli è indagato. Vero che l’ex ministro ha mostrato un documento della Sovrintendenza che lo nominava custode giudiziario ma resta da chiarire perché il reperto fosse lì da almeno dieci anni e perché non fosse protetto da una teca ma lasciato all’aperto. I carabinieri ipotizzano, negli anni, un traffico clandestino di preziosi reperti, ripescati nonostante la zona da cui probabilmente provengono, già nel 2000 fosse stata monitorata e resa off limits per qualsiasi attività, pesca o escursioni subacquee. Non si era riusciti a organizzare una campagna per il recupero di reperti perchè il relitto non era stato individuato con precisione. Indispensabile è stata la collaborazione del sub «pentito». I carabinieri di Alassio, che dal punto di vista operativo si sono avvalsi dell’esperienza e della conoscenza della zona (e della gente del posto) del maresciallo Mauro Bosticco, sono intervenuti in tempo. Due anfore erano già state messe da parte, in un punto facilmente accessibile, pronte per essere portate via in una prossima immersione. Nelle mani degli investigatori dei filmati girati dagli stessi «predoni» quasi per glorificare sè stessi. E difatti, tra le prove che verranno portate davanti ai giudici, ci sono anche video e materiale informatico. I «tombaroli» delle profondità marine segnavano tutto con cura e precisione: mappe, coordinate, punti marini.

maurizio vezzaro