ebook di Fulvio Romano

martedì 8 luglio 2014

"Imperia? La sesta provincia della Calabria"

LA STAMPA

Imperia

Rosy Bindi: “Imperia? Sesta

provincia della Calabria”

Il presidente della Commissione antimafia: “Lo Stato deve intervenire con l’energia usata in Sicilia e Campania”

«Imperia? Sesta provincia della Calabria». Scuote la testa, allargando contemporaneamente le braccia, come per dire “non è certo solo una mia personale impressione”, l’onorevole Rosi Bindi presidente della Commissione Antimafia, ieri in Prefettura a Imperia per coordinare le audizioni di forze dell’ordine, magistrati e amministratori su un problema, quello dell’infiltrazione della ’ndrangheta nel Ponente, «drammaticamente reale ma per troppo tempo sottovalutato», così come ha aggiunto la senatrice Donatella Albano, membro della stessa Commissione e, di fatto, unica rappresentante politica nazionale di questo spicchio di Liguria.

Rosi Bindi alle domande dei cronisti che le chiedevano della situazione della ’ndrangheta in Calabria, con evidenti riferimenti al contesto imperiese, ha spiegato: «Lo Stato deve adottare la Calabria. Deve farlo, rafforzando non soltanto le forze di polizia e coprendo gli organici della magistratura, ma anche con interventi di carattere economico e sociale» E ha aggiunto: «Così come ha fatto in Sicilia dove sono stati inferti colpi mortali alla mafia, e in Campania alla camorra, ora lo Stato deve intervenire con la stessa energia e determinazione in Calabria e anche qui, in provincia di Imperia». Una provincia dove la ’ndrangheta ha affondato i propri artigli nel tessuto sociale e amministrativo così come ha dimostrato senza dubbi l’inchiesta «La Svolta» condotta dai carabinieri che ha portato non soltanto all’arresto di presunti ’ndranghettisti ma anche allo scioglimento per infiltrazione mafiosa dei Consigli comunali di Bordighera e Ventimiglia. «Non è un caso che sia stato colpito il Ponente ligure - ha spiegato la senatrice Albano - Ventimiglia è terra di frontiera e negli Anni ’50 era diffuso il fenomeno del confino obbligato. Tutto questo ha portato all’attuale situazione»

Ma per capire i contesto bisogna fare un passo indietro. I Comuni di Bordighera e Ventimiglia hanno avuto in questi anni due storie differenti. Entrambe partite con lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose (il primo nel 2011, il secondo nel 2012), ma terminate con esiti opposti: a Bordighera, dopo i ricorsi, lo scioglimento è stato revocato dal Consiglio di Stato, mentre a Ventimiglia è proseguito fino alle elezioni comunali, appena svolte tra maggio e giugno di quest’anno. In realtà, però, nonostante il passo indietro dello Stato per quanto riguarda Bordighera, la presenza della criminalità organizzata in tutta la zona di estremo Ponente, sia nel Ventimigliese, sia nel Bordigotto, è attestata da numerose relazioni delle forze dell’ordine, che per anni hanno invitato a non sottovalutare il problema. E soltanto il cambiamento di alcuni equilibri ha fatto «lievitare» il numero dei reati tipici della mafia (detti reati-fine) e, di fatto, uscire allo scoperto la ‘ndrangheta, che nel Nord Italia aveva interesse a rimanere nell’ombra e continuare a gestire i suoi affari in silenzio. Ora, però, si aggiunge un altro tassello alla lotta dello Stato per certificare la presenza della criminalità organizzata in Riviera: è in fase di conclusione il processo La Svolta, che vede alla sbarra una quarantina di presunti affiliati, alcuni anziani sospettati di essere ai vertici della cosca ventimigliese e l’ex sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e il suo ex city manager Marco Prestileo, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Spetterà al giudice valutare le eventuali responsabilità e decretare, nero su bianco, la presenza della ‘ndrangheta in Riviera. Ma qualcosa si muove, in ogni caso. Nell’opinione della gente, oltre che in Tribunale. Sta infatti emergendo la consapevolezza che Bordighera e Ventimiglia, terre di frontiera, sono zone in cui la presenza della criminalità è forte e conclamata. Una presa di coscienza che è il primo passo per riuscire a combattere questo cancro. E proprio a questo proposito la senatrice Albano ha voluto sottolineare come «sia necessario non abbassare la guardia» e «avere sempre il coraggio di denunciare atteggiamenti mafiosi».

Ma il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa continua in provincia di Imperia? Ieri si è diffusa la notizia che il prefetto starebbe esaminando la proposta di scioglimento di un piccolo Comune. Ma la notizia è stata categoricamente smentita dalla stessa Prefettura.Oggi continueranno le audizioni con le testimonianze di commissari prefettizi e i sindaci di Ventimiglia e Bordighera.

G. GELUARDI L. RAPINI


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