ebook di Fulvio Romano

martedì 18 agosto 2015

Le spese statali aumentano di 7,2 miliardi, le entrate locali di 7,5miliardi ( le spese delle partecipate piemontesi molto più alte degliutili)

LA STAMPA

Economia


La spending review parte in salita

Dalle casse dello Stato escono
tre miliardi di euro in più al mese


Se, come dice il responsabile economico del Pd Filippo Taddei, la spending review «deve essere una manutenzione annuale», a settembre il tagliando sarà parecchio impegnativo. L’obiettivo è tagliare 10 miliardi, poco più dell’1% della spesa pubblica ma, rispetto all’inizio del 2015, occorrerà cambiare marcia. Secondo una fotografia scattata ieri dal centro studi di Unimpresa, che ha elaborato i dati della Banca d’Italia, la macchina dello Stato costa sempre di più: nel primo semestre le spese sono aumentate del 7,2 per cento, quasi 18 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2014, a un ritmo di 3 miliardi al mese. Nello stesso arco temporale, le entrate crescevano di quasi 2 miliardi, in salita dell’1 per cento. Certo, tocca guardare tra le righe: a ingrossare le voci di spesa, è un esempio, ci sono anche gli 80 euro, che sfuggono alle statistiche perché non vengono considerati come un taglio delle tasse. Eppure, come spiegava ieri il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, in autunno ci sarà bisogno di uno sforzo importante. Soprattutto, di «coraggio politico. Bisogna essere efficaci sia sui risparmi della spesa che sulle agevolazioni fiscali - così l’esponente di Scelta Civica - molte delle quali sono anti-economiche».
Il confronto col 2014
Secondo l’analisi di Unimpresa, tra gennaio e giugno, i pagamenti dello Stato hanno toccato quota 258,4 miliardi di euro, mentre nei primi 6 mesi del 2014 l’asticella si era fermata a 240,6 miliardi. Nel dettaglio, le spese correnti sono passate da 219,1 a 239,2 miliardi, in crescita di 20,1 miliardi; le uscite in conto capitale (cioè la spesa per investimenti, infrastrutture e grandi opere pubbliche) sono invece in calo da 21,5 miliardi 19,2 miliardi. Quanto al gettito, il bilancio statale ha registrato, nel 2015 (gennaio-giugno), entrate complessive per 207,9 miliardi. Le entrate tributarie sono lievemente calate da 188,1 miliardi a 187,1 miliardi in discesa di 1 miliardo mentre le «altre» entrate sono cresciute da 17,8 miliardi a 20,8 miliardi in crescita di 3 miliardi. «Il governo sembra intenzionato a fondare il piano di riduzione della pressione fiscale proprio sui tagli alla spesa pubblica, ma se queste sono le premesse, la sforbiciata alla tasse corre il rischio di restare un miraggio», commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
Gli obiettivi
Gutgeld e Perotti, i registi della spending review, hanno già messo nel mirino i possibili obiettivi. A ridurre il budget saranno prima di tutto i ministeri, per circa 4,5 miliardi, e il resto dovrà venire dalla lotta ai falsi invalidi, dalla razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione, anche grazie alle prime applicazioni della riforma Madia. E poi, naturalmente, ci sono le partecipate: la stretta dovrebbe valere due miliardi. L’ultima fotografia della Corte dei Conti ne contava 7.684 , spiegando che in sette Regioni (Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia) «le perdite di esercizio delle partecipate locali risultano in larga misura superiori agli utili».

giuseppe bottero

Da gennaio

Le entrate locali
crescono del 7,5%


Le entrate tributarie e contributive del periodo gennaio-giugno 2015 «evidenziano un aumento dell’1% (+3,252 miliardi), rispetto all’analogo periodo 2014. Lo comunica il Tesoro. Il dato tiene conto dell’aumento del +0,6% (+1,319 miliardi) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive dell’1,9% (+1,933 miliardi). L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive.