ebook di Fulvio Romano

sabato 12 luglio 2014

Vado. Tirreno Power: " La centrale è chiusa da 4 mesi e l'inquinamento non cala"

LA STAMPA

Savona

TIRRENO POWER L’AZIENDA evidenziA I RAFFRONTI 2013-2014 E I REPORT DI LEGAMBIENTE

“Centrale ferma da 4 mesi

ma l’inquinamento non cala”

Vestri (Arpal Savona): entro Ferragosto daremo i primi dati ufficiali

«Se Tirreno Power è ferma da quattro mesi, perché i valori di inquinamento atmosferico sono pressoché gli stessi di un anno fa, quando la centrale funzionava?» E ancora? «Se Tirreno Power e le altre aziende della zona sono (erano) così inquinanti, perché i rapporti sulla qualità dell’aria pubblicati, ad esempio, da Legambiente su dati Arpal, pongono Savona su livelli di eccellenza? Per dire: nel 2012 per il biossido di azoto Savona con 24,7 microgrammi di media è settima in italia tra le città «piccole», quando ad esempio Siena è su valori di 38 microgrammi e Lecco di 56».

Sono le domande che, al di là delle indagini in corso da parte della Procura di Savona («disastro ambientale doloso») e dell’attesa per il parere del giudice Giorgi sul dissequestro dei gruppi a carbone (dovrebbe arrivare entro la fine della prossima settimana) nel Savonese si fanno in tanti. I lavoratori, gli amministratori pubblici, ovviamente l’azienda. Che in queste ore ha rilanciato le tabelle e i grafici ricavati dai prelievi Arpal (l’azienda regionale di protezione dell’ambiente) secondo cui i valori di biossido di zolfo, polveri sottili 2,5 micron e 10 micron non cambiano tra centrale in funzione e centrale chiusa.

Tre date prese a caso, giorni feriali, sulle centraline di Vado. 16 aprile 2013, 10 biossido di zolfo, 12 polveri 2,5, 18 polveri 10 micron. Un anno dopo i valori sono 4, 8 e 18. L’11 maggio 2013 e lo stesso giorno dell’anno successivo i valori sono identici: 10, 12 e 24. Il 5 giugno del 2013: 6, 15 e 24. Stesso giorno di un anno dopo: 5, 9 e 27.

L’azienda incassa e «gode» (si fa per dire, ovviamente), e rilancia: «I livelli di qualità dell’aria a Savona sono buoni. Oltre a dirlo i dati pubblici di Arpal (consultabili sul sito della Regione Liguria) e Organizzazione mondiale della sanità, lo conferma la stessa Legambiente nei suoi report annuali». In effetti, nel 2012 per le polveri 10 micron Savona, secondo lo studio «Ecosistema urbano» è la terza migliore «piccola città» dopo Nuoro e Potenza, la quinta per l’ozono e la settima per il biossido d’azoto, subito dopo Belluno e Ascoli Piceno. Nel report 2014 di Legambiente Savona è indicata soltanto nella tabella polveri 2,5: qui la classifica è al contrario, in testa i peggiori (Cremona, Monza, Torino e Padova): Savona è 34a con 20 microgrammi di media annuale, entro il limite di legge di 25.

Tutto bene, insomma, e ambientalisti e Procura di Savona sono visionari che vedono inquinatori dovunque? Vediamo di fare un po’ d’ordine. La Procura ha chiesto il sequestro degli impianti a Carbone, e il giudice Fiorenza Giorgi ha risposto con 44 pagine che sono un durissimo atto d’accusa verso Tirreno Power. L’azienda, come i suoi dirigenti sotto inchiesta penale, avrà tempo e modo di difendersi se e quando ci sarà un processo.

Gli ambientalisti, che martedì prossimo si ritroveranno a Savona nella conferenza nazionale di Wwf e Ordine dei Medici, si rifanno al commento che ai primi di aprile, cioè 15 giorni dopo lo stop giudiziario, aveva fatto il direttore del dipartimento savonese dell’Arpal Gino Vestri: «È certo che senza riferimenti meteo questi confronti sono completamente privi di senso. Così come valutazioni del genere necessitano senz’altro di periodi più lunghi per essere attendibili».

Ieri però, a distanza di altri tre mesi, Vestri ha precisato meglio il suo pensiero promettendo un primo responso a tempi brevi. «Confermo che valutazioni di questo tipo dovrebbero essere effettuate su raffronti annuali, ed essere strettamente collegate ai parametri meteo: pioggia, intensità e direzione del vento influiscono in modo significativo sulle ricadute delle emissioni. Intanto noi come Arpal, oltre alle centraline fisse, abbiamo continuato anche a centrale chiusa le misurazioni aggiuntive avviate da anni anche su richiesta della Procura, ad esempio a Vado San Genesio dove in base ai nostri modelli matematici insiste un sito di ricaduta della centrale. E stiamo lavorando per scindere le emissioni di Tirreno Power da altre fonti inquinanti, come altre industrie il traffico, il riscaldamento domestico».

Conclude Vestri:«Ciò detto, entro Ferragosto, proprio per l’importanza che il raffronto centrale accesa-centrale spenta sta assumendo a ogni livello, dovremmo poter diffondere un rapporto ufficiale che permetterà di confrontare il “prima” e il “dopo”».

marco raffa


Level Triple-A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0           Copyright 2014 La Stampa           Bobby WorldWide Approved AAA