ebook di Fulvio Romano

martedì 8 luglio 2014

"Più funghi e meno acciughe" . Meteorologia popolare e clima del Ponente ligure.

LA STAMPA

Savona

“Più funghi e meno acciughe”

il clima cambia anche il mercato

Proverbio savonese su pioggia e umidità: e il prezzo del pesce azzurro aumenta

«Più funghi e meno acciughe. Più acciughe e meno funghi». Per apprezzare ancora di più l’originale proverbio savonese, bisognerebbe ripeterlo in dialetto. Ancora una volta infatti, i vecchi adagi di questo territorio, dove il mare confina con i boschi, spiegano la tradizione popolare, che ritiene come il meteo influisca sulla raccolta dei funghi e sulla pesca. Proprio in questi giorni di sagre e feste marinare dedicate all’acciuga, l’alto costo del «prezioso» pesce azzurro, non può che riportare alla mente il vecchio detto locale. Perchè, chi è a favore dell’acciuga nostrana, ritiene che la colpa della sua scarsità sia dovuta alla pioggia di questo periodo, che mantiene il flusso dell’acqua nei torrenti e il trascinamento in mare dei detriti e della fanghiglia. Fanghiglia che intorpidisce il mare e fa allontanare le acciughe dalla costa. Chi è favore del fungo invece, non può che benedire la pioggia, con la gioia di trovarli nei boschi anche in questo periodo estivo. Una cosa è certa comunque: meno acciughe vuol dire aumento del loro costo al chilogrammo e alla cassetta. In questi giorni un chilo di acciughe oscilla dai 6 ai 10 euro a seconda delle dimensioni, mentre il prezzo di una cassetta di 12 chili è arrivata a sfiorare i 70-80 euro, anche se si parla sempre di acciughe nostrane. Cifre senz’altro più alte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il prezzo oscillava tra i 5 e gli 8 euro al chilogrammo. «Certo le condizioni meteo influiscono sempre nella pesca - spiega Sandro Pinelli titolare del banco pescheria all’interno del mercato comunale di via Giuria - ma è anche vero che le piccole acciughe che viaggiano ormai a banchi sempre più diffusi, sono l’alimento preferito per delfini, tonni, balenotteri ed altri grandi predatori sempre più presenti nel nostro mare». Poi ci sono anche le «altre» acciughe, pescate con pescherecci ultratecnologici, radar, sonar e elicottero per individuare negli spostamenti i grossi banchi. Costano meno, ma non hanno nulla a che vedere come sapore, alle acciughe nostrane. Quelle, tanto per capire, che in cucina sono buone in qualsiasi modo, e che se si mettono sotto sale non tradiscono mai: nel gusto, nella resa e nella conservazione. «Purtroppo - dice il titolare di una pescheria di Savona - non solo le acciughe sono piccole, e poco adatte alla salatura, ma sono anche piene di uova».

michele costantini