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domenica 11 maggio 2014

La cricca dell'Expo puntava al nucleare

LA STAMPA

Italia

La cricca dell’Expo puntava al nucleare

Milano, spunta un nuovo filone d’indagine legato al business degli appalti della Sogin per lo smaltimento

«Allora, ogni volta che lo chiamano lui si fai negare, chiedono i permessi e dice che prima o poi glieli darà…però li fa morire… Fino a quando arriva Alberto Alatri e dice: se volete, lo chiedo io al sindaco, attraverso un mio amico carissimo, che sarei io, se c’è da muovere un po’ il sindaco di Caorso…A quel punto entriamo in ballo in modo forte all’interno…». E’ una “stangata in piena regola quella che gli uomini della “squadra” di Frigerio, Greganti e Grillo organizzano per conquistare gli appalti di Sogin, il colosso statale controllato dal Ministero delle Finanze che si occupa della gestione delle scorie nucleari e dei rifiuti tossici degli ospedali di tutt’Italia. Emerge con chiarezza dalle carte dell’inchiesta Expo che vede, tra gli appalti “pilotati” più importanti, dopo quelli dell’esplosione universale proprio quelli di Sogin: 98 milioni di euro finiti a Maltauro e Saipem per la costruzione di depositi di scorie nucleari. Ma non è mai abbastanza per la voracità del “professore” e dei suoi amici: se per Expo «c’è la via spianata» con Angelo Paris, arrestato nell’imminenza della nomina anche a direttore generale di infrastrutture Lombarde, per Sogin manca una figura di riferimento apicale, un direttore generale. L’uomo giusto lo individuano in Alberto Alatri, uno dei manager più in vista della società ma, dall’anno scorso, caduto in disgrazia dopo la nomina ai vertici di Sogin di Riccardo Casale, che ha preso il posto di Nucci, il manager che ha assicurato l’appalto per Maltauro e che adesso Frigerio e compagni vedrebbero bene a capo di Terna o di Alitalia, con la benedizione della “squadra” di sostegno: «Cioè che sono: Gianni Letta, Donato Bruno e Cesare Previti». Casale invece “sfugge”: considerato uomo vicino Burlando, i soci della “squadra” non lo riescono proprio ad avvicinare. Nemmeno con gli interventi di Primo Greganti che telefona invano. «Primo non riesce ad avere il contatto perché Casale - spiega l’informatissimo Giuseppe Cattozzo, factotum di Frigerio - scappa continuamente. E’ legato a Letta e non risponde a nessuno.… L’unica cosa che potrebbe smuovere Casale all’interno del Pd è un renziano …Perché lui cerca coperture anche nel centrodestra…Io pensavo di rimettere in piedi il discorso della direzione generale: se Gianni Letta dice a suo nipote: “tu hai l’amministratore delegato…Lista Civica ha il presidente, benissimo, io adesso ti do un nome e tu lo nomini direttore generale, che è Alberto Alatri, così che anche noi all’interno abbiamo un riferimento…” Perché a quel punto, se abbiamo il direttore generale, abbiamo superato tutti!» La questione è urgente e delicata perché, come ricorda sempre Cattozzo, «a Caorso devono fare quel grosso investimento di un miliardo e mezzo di euro…». Roba delicata, bonifiche del sito nucleare. E c’è già un’imprenditore “amico” che scalpita, Alfonso Valerio della “Prisma” di Novi Ligure. Poi bisogna accontentare la General Smontaggi… Insomma, la solita lista. Dunque ci vuole un “piano” che porti su un piatto d’argento gli appetitosi appalti. Cattozzo ha l’idea: contatta il suo vecchio amico Fabio Callori, sindaco di Caorso e lo spedisce dal “professore”. Il sindaco è un tipo svelto, chiede subito qualcosa: «Se ci fosse qualche ruolo…anche il coordinamento nazionale…qualche Commissione…mi piacerebbe se ci fosse, che ne so, una Consulta, un coordinamento, qualcosa..». «Certo..certo», risponde Frigerio. Ma prima lo fanno nominare coordinatore provinciale del Pdl; ci pensa l’onorevole Palmizio, «un amico, un ex Fininvest…» A quel punto il sindaco Callori è pronto per partecipare alla stangata, metterà i bastoni tra le ruote a Sogin, si negherà, finché dall’alto qualcuno nominerà Alatri. Lo racconta a Cattozzo: «Allora, sono andato dal “Professore”, lui ha preso nota su un foglietto che deve andare a parlare con Berlusconi…io gli ho ribadito il discorso della Provincia o qualche direttivo nazionale…poi mi ha parlato ancora di Sogin, di fare un po’ di casino su Sogin…». Ovvero di negarsi al nuovo amministratore delegato Casale. Anche perché Frigerio gli ha spiegato: «Parla con la Bernini al Senato e attaccatelo, poi tu difendi Alatri…parla solo con Alatri».

Il “piano” è diabolico: da una parte il sindaco di Caorso intralcerà le richieste del nuovo management di Sogin, dall’altra in Senato faranno attaccare Casale («perché qui bisogna alzare il fuoco di sbarramento») e alla fine, faranno capitolare Enrico Letta per nominare un nuovo direttore generale, Alatri. Non gli riuscirà perché Riccardo Casale continuerà a rifiutarsi di andare a pranzo con “la squadra” e Letta darà le dimissioni. E qualche mese dopo, la Procura li arresterà tutti. [P. col.]

paolo colonnello


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