ebook di Fulvio Romano

sabato 17 maggio 2014

Investimenti e riforme, la via tedesca di Renzi

LA STAMPA

Economia

Investimenti e riforme

La via tedesca del premier

Il vice al Tesoro Morando: “Il secondo trimestre andrà meglio”

Azzeccare le previsioni economiche è ormai materia per indovini. Dal 2007 in poi gli esperti fanno sempre più fatica a capire da che parte va il mondo. Al Tesoro stanno cercando comunque di capire cosa è andato storto nei primi tre mesi dell’anno. Guardando la cartina dell’Europa si nota un dettaglio che - spiegano - offre una prima risposta. Fra gennaio e marzo il prodotto interno lordo olandese ha perso ben l’1,4 per cento, in gran parte dovuto al crollo della domanda di gas. Gli Stati Uniti, che pure hanno ripreso a crescere a ritmi del 3 per cento l’anno, hanno avuto un trimestre piatto. L’inverno è stato mite, la Cina è sempre più un’incognita, le conseguenze del cambio di passo della politica economica americana non sono ancora ben chiare.

In ogni caso Renzi e il ministro Padoan non si fanno illusioni. Inutile attaccarsi all’argomento che il governo è in carica solo dal 22 febbraio, e che la solita instabilità politica ha fatto la sua parte nell’allontanare gli investimenti. Se c’è un problema di crescita europea, l’Italia resta un problema nel problema. Non solo abbiamo segnato un calo dello 0,1 per cento congiunturale, ma se si guarda al tendenziale il calo rispetto al 2013 è ben dello 0,5 per cento. Ieri, incontrando un gruppo di imprenditori a Pesaro, il premier è stato chiaro: «I tedeschi hanno fatto le riforme dieci anni prima di noi». Non è un caso se, con l’eccezione dell’Ungheria (+1,1 per cento), i due Paesi che hanno iniziato meglio l’anno sono Germania e Gran Bretagna.

Spiega il viceministro all’Economia Morando: «I consumi non sono ancora ripartiti, il bonus fiscale sarà una risposta efficace. Poi si può fare di meglio, ad esempio cercando di stimolare l’edilizia. E poi bisogna vedere gli effetti del taglio Irap». Ma si può credere che la crescita del Pil di un Paese come l’Italia possa dipendere solo dalla ripresa del mercato interno o dalla domanda di cellulari prodotti all’estero? E cosa accadrà degli impegni di finanza pubblica presi con l’Europa, sempre più difficili da onorare? «Bisogna procedere con le riforme, senza farsi prendere dal panico: Giustizia, istruzione, mercato del lavoro, revisione della spesa, sapendo che il prossimo trimestre sarà certamente migliore», sintetizza.

Fare le riforme in un Paese con una burocrazia come la nostra è una fatica doppia. Basti vedere le difficoltà a far marciare il piano per il pagamento degli arretrati dello Stato. Durante il consiglio dei ministri Renzi è stato netto: «Dobbiamo accelerare». Per Palazzo Chigi non bisogna lasciare nulla di intentato: spingere sul recupero dei fondi europei, dare il massimo con gli investimenti pubblici.

Ieri è scattata la seconda fase dell’operazione di riqualificazione dell’edilizia scolastica: entro il 23 maggio gli oltre quattromila Comuni che hanno già aderito dovranno completare le documentazioni necessarie a ottenere il finanziamento. Nel frattempo Padoan ha completato la sua squadra al Tesoro, confermando sia il Ragioniere generale - Daniele Franco - sia il direttore generale Vincenzo La Via. Non era scontato: secondo i rumors di palazzo si tratta di due conferme sulle quali Renzi non ha messo bocca, riservandosi semmai, fra qualche settimana, di dire la sua sul nuovo capo dell’Agenzia delle Entrate, che per lui dovrà essere il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco.

Alessandro Barbera


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