Economia
il governo voleva una dilazione a fine anno, l’anci dice no. ma nelle città che non decidono l’importo slitterà a dicembre
il governo voleva una dilazione a fine anno, l’anci dice no. ma nelle città che non decidono l’importo slitterà a dicembre
Tasi, corsa a ostacoli per i versamenti
Rischio caos: solo mille Comuni su 8 mila hanno fissato le aliquote e ormai restano pochi giorni
Rischio caos: solo mille Comuni su 8 mila hanno fissato le aliquote e ormai restano pochi giorni
Niente marcia indietro. Alla fine l’accordo per una proroga della prima rata Tasi non è arrivato. Le famiglie dovranno prepararsi a pagare già entro il prossimo 16 giugno quella che è la nuova (e complicata) imposta sui servizi indivisibili del Comune. La platea di contribuenti stavolta è anche più ampia visto che una parte spetta anche agli inquilini. Quindi anche loro devono tenere d’occhio le novità in arrivo.
Il mancato slittamento è stato di fatto deciso dai Comuni che non vogliono (o non possono) spostare più avanti l’incasso delle entrate già previste. «Tasi e Imu sono la principale fonte finanziaria a cui i Comuni attingono le risorse per le loro politiche. Qualsiasi slittamento rischia di provocare un buco di liquidità drammatico e di mettere i Comuni nell’impossibilità di continuare le politiche e i servizi che erogano oggi» ha spiegato Piero Fassino, il presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni. Il governo aveva annunciato di voler posticipare a settembre il pagamento dell’acconto della nuova imposta ma le vive proteste dell’Anci hanno portato al dietrofront.
Le famiglie avranno quindi un mese per pagare l’imposta ma soprattutto per affrontare l’ingarbugliato rebus. Molti sono ancora i punti di domanda. Tanti contribuenti infatti non conoscono l’aliquota da applicare ma pure la data potrebbe non essere, alla fine, quella del 16 giugno.
Andiamo con ordine. Per quel che riguarda le aliquote soltanto mille Comuni su 8mila hanno già detto quale applicheranno. Gli altri devono ancora deliberare. Il termine ultimo per farlo è fissato al 23 maggio ma, si sa, con le elezioni alle porte è capace che molti aspettino a dire la loro. A questo punto per quei contribuenti di prima casa con il Comune «ritardatario» che arriverà solo dopo il 23 maggio, la data del pagamento potrà slittare in un’unica soluzione al 16 dicembre. Nessuna delle grandi città (Milano, Roma, Torino, Firenze, Bari, Palermo) ha ancora deliberato.
Per gli altri invece, quelli con il Comune che deciderà già la prossima settimana e i proprietari di seconda casa, il pagamento resta fissato a giugno. Va detto che gli enti locali devono stabilire sia l’aliquota della Tasi sia la maggiorazione prevista tra prime e seconde case. Per le seconde case in locazione, i Comuni devono inoltre fissare la ripartizione del tributo tra i proprietari e gli inquilini. La Tasi la pagano, come detto, sia i proprietari sia (in parte minore tra il 10% e il 30% dell’importo) gli inquilini.
Per le seconde abitazioni il termine resta quindi quello del 16 giugno. E se i Comuni non hanno deliberato l’aliquota? Allora le complicazioni si infittiscono perché i proprietari dovranno pagare il 50% dell’aliquota base dell’uno per mille, togliendo però, secondo le Finanze, una quota forfettaria del 10% annuo (quindi il 5% per la prima rata) che spetta invece all’inquilino. I proprietari fanno però notare che la legge lascia ai Comuni la scelta fra il minimo del 10% e il massimo del 30% a carico dell’inquilino ma nulla dice in caso di mancata decisione. Invitano quindi a sottrarre una quota del 30% che spetta agli affittuari.
Il 16 giugno è anche la data in cui si pagherà l’Imu per i proprietari di seconde case (l’abitazione principale è esentata). Una bella maratona insomma ma a risolvere i rompicapi sulla casa gli italiani oramai sono preparati. Ne san qualcosa quelli che si sono tenuti in allenamento con la mini-Imu.
sandra riccio