ebook di Fulvio Romano

mercoledì 21 maggio 2014

Solo paure, nessun sogno...

LA STAMPA

Italia

«Si evocano

solo paure

nessuno parla più

di sogni»

Il sociologo Edoardo Novelli, professore di comunicazione politica all’Università di Roma Tre, è il coordinatore di una ricerca che coinvolge 28 Università europee, una per Stato facente parte dell’Unione, finalizzata a capire da un punto di vista sia contenutistico sia formale a quale tipo di campagna elettorale stiamo assistendo.

C’è un tema che emerge come preminente in tutti gli Stati? «Il tema è la critica generalizzata all’Europa. Da nord a sud, da destra a sinistra, si passa da un “no” secco a un “sì con qualche se e qualche ma”. Ad eccezione del partito di Monti in Italia, l’unico che mette addirittura il nome del candidato presidente Guy Verhofstadt nel simbolo, e del partito ungherese Jobbit». Anche in Germania? «Sì. Gli slogan della Cdu, il partito della Cancelliera Merkel è: “più opportunità e più libertà", quello dell’Spd è: “Un’Europa di persone e non di banche”. Anche loro vogliono cambiare».Disaffezione continentale. «Bruxelles è vista come capitale di burocrati, è quasi una parolaccia: sinonimo di inefficienza, di banche cattive. Rispetto alle campagne anni’80 in cui l’Europa era dipinta come un’opportunità, oggi si evocano paure, mai sogni. Anche la vena dell’ironia, del sarcasmo, della demonizzazione - anche caricaturale - dell’avversario, è totalmente sparita». Oltre al dibattito sull’Europa che si vuole, con quali temi si è cercato il voto? L’immigrazione? «Non direi. In fondo, tranne che come tema identitario delle destre (Front national, Lega Nord, Ukip) è stato trattato solo dai partiti del nord Europa che temono un’invasione da Est». Ci sono temi transnazionali? «In chiave negativa. Praticamente in ogni manifesto si fa riferimento all’Europa, ma in nessuno all’essere europeo. Inoltre, non c’è stata una campagna comune così come ci si poteva attendere per via dei candidati alla presidenza della commissione o per le alleanze pre-elettorali fatte dai partiti. Solo la Lista Tsipras è l’unica che promuove un testimonial straniero. Tutto questo non vale per i Verdi che, per tradizione e creatività, hanno un fil rouge che li lega a livello europeo». Emergono nuovi terreni di dibattito?

«Sì. La cosa che ha colpito è il crescere in alcuni partiti medi - tipo Pirati o Verdi -, del tema della privacy, degli accessi alle banche dati, del diritto all’informazione, ma contestualmente alla riservatezza. È la prima volta che accade».

MARCO CASTELNUOVO


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