ebook di Fulvio Romano

martedì 13 maggio 2014

I castagni sono malati nascono meno cinghiali e il lupo mangia gli agnelli

LA STAMPA

Imperia

AMBIENTE singolare studio DELLA POLIZIA PROVINCIALE

I castagni sono malati

nascono meno cinghiali

e il lupo mangia gli agnelli

Preferisce i cinghiali, non troppo grossi perché cacciarli sarebbe molto pericoloso, ma da un paio d’anni di esemplari giovani, alla sua portata, ne trova pochi. Per questo il lupo, «animale particolarmente protetto che - spiega la Polizia Provinciale di Genova che se ne occupa oltre vent’anni - si ciba soprattutto di cinghiali fra i sei e gli otto mesi, caprioli, roditori e altri piccoli mammiferi, ora per nutrirsi cerca di predare anche bestiame domestico, che in condizioni normali è assolutamente marginale nella sua dieta, provocando anche seri danni agli allevatori». La colpa? Sembra incredibile, ma è di un insetto: una piccola vespa orientale, il Cinipede del castagno. Questo parassita, infatti, infesta gli alberi e facendoli ammalare impedisce la produzione delle castagne, alimento prezioso dei cinghiali che per scarsità di cibo dai boschi negli ultimi tempi hanno dimezzato anche il ciclo riproduttivo: i piccoli nascono infatti solo una volta all’anno, anziché due come in passato. Di conseguenza i lupi trovando poche prede abituali hanno cominciato, come nelle favole, a mettersi in caccia di pecore e agnelli. Il metodo più efficace consigliato per scoraggiarli e tenere questi animali protetti e preziosi per l’ambiente lontani da greggi e mandrie è usare i cani da pastore, come avviene in molti altri territori. Mentre uccidere un lupo è un reato molto grave, sanzionato penalmente, come sa bene il bracconiere «seriale» dell’entroterra del Levante, primo caso in Italia, condannato dal Tribunale di Chiavari dopo una lunga indagine della Polizia Provinciale che per smascherarlo aveva utilizzato anche metodi scientifici come la tracciatura del Dna sui reperti ritrovati. I lupi, scomparsi negli Anni ‘20 dalla Liguria, sono stati considerati animali nocivi sino ai primi Anni ‘70, quando in tutta Italia ne rimanevano solo 60 esemplari. Da allora il Canis Lupus della specie italiana, diverso dalle altre undici del mondo, ha cominciato a essere tutelato e oggi ce ne sono almeno 700. In Provincia di Genova secondo le stime ne vivono una ventina, in cinque piccoli gruppi familiari. Il loro numero varia molto a seconda delle stagioni perché aumenta con l’arrivo dei piccoli, ma il 60% dei lupacchiotti muore nel primo anno di vita, vittime di incidenti ma soprattutto di malattie. Sono molti meno, purtroppo, in provincia di Imperia.

giulio geluardi