ebook di Fulvio Romano

mercoledì 21 maggio 2014

Imperia. Fallita la Porto SPA

LA STAMPA

Imperia

La Porto Spa è fallita

sentenza del Tribunale

“Esercizio provvisorio” fino al 30 giugno. Annullato il concordato preventivo

La Porto di Imperia Spa è fallita. Lo ha deciso ieri il Tribunale, che ha annullato il concordato preventivo concesso in precedenza alla società e, contemporaneamente, sentenziato il fallimento, nominando curatori fallimentari gli ormai ex amministratori giudiziali: gli avvocati Filiberto Ferrari Loranzi e Stefano Ambrosini. Gli stessi che avevano chiesto al Tribunale di porre fine al concordato preventivo. Il documento, che nella serata di ieri non era ancora stato notificato agli interessati, prevede anche l’«esercizio provvisorio» fino al 30 giugno, per dare modo al Comune di subentrare nella gestione dello scalo turistico, che, in caso contrario, avrebbe rischiato la chiusura.

Con la duplice sentenza del Tribunale (annullamento concordato e fallimento), si apre uno scenario molto ampio, che va da possibili cause per richieste di danni a un’altrettanto possibile accelerazione delle indagini già avviate dalla Procura per l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta, in capo agli amministratori che si sono succeduti alla guida della Porto Spa.

La notizia del fallimento della società che gestisce il bacino portuale è stata comunicata ieri alle 14,30 al sindaco Carlo Capacci dall’amministratore unico della Porto Imperia, Giuseppe Argirò. Tutti al momento si trincerano dietro al «no comment».

Il triste tramonto della Porto di Imperia Spa, evento contro il quale Argirò ha lottato per circa un anno, ha iniziato a concretizzarsi una settimana fa, quando il Tribunale non ha concesso alla società ulteriori rinvii per la presentazione del piano concordatario con la sottoscrizione degli accordi. In primis quelli con le banche, che vantano un’ipoteca da 280 milioni, e quelli con Acquamare, la Srl socia della Spa e legata al Gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone. Venerdì scorso sembra che la Porto Spa abbia depositato una nuova istanza urgente per ottenere un’audizione al collegio dei giudici che doveva affrontare la delicata questione. L’istanza sarebbe stata rigettata. Nella sentenza con la quale la Camera di consiglio, composta dai giudici Francesco Pinto, presidente, Andrea Canciani e Ottavio Colamartino, relatore, dispone la cessazione del concordato preventivo, viene fra l’altro evidenziato che «a otto mesi e mezzo dal decreto di ammissione, nessuno degli eventi da cui dichiaratamente dipende la fattibilità del concordato si è verificato e per nessuno di essi vi sono concreti sviluppi: mancano pertanto totalmente le condizioni prescritte per l’ammissibilità del concordato; da ciò consegue la revoca dell’ammissione al concordato». Nello stesso documento si scopre anche che la Procura, che aveva già avanzato istanza di fallimento nel maggio dello 2013, ha ribadito la richiesta lo scorso 14 aprile. Da qui non soltanto la fine del concordato preventivo, ma la contestuale dichiarazione di fallimento della società.

La gestione provvisoria da parte dei curatori fallimentari terminerà a giugno. Entro quella data il Comune dovrà organizzarsi per prendere in mano le redini del porto. Una soluzione potrebbe essere l’affidamento all’Imperia Yacht, società in house, che potrebbe avvalersi anche degli attuali dipendenti della Spa. Ma è tutto da verificare.

Intanto, quasi certamente, partiranno anche una lunga serie di contenziosi da parte dei titolari di posti barca.

andrea pomati